Nel corso del 2022, un uomo giovane a New York ha contratto la malattia della poliomielite e si è parzialmente paralizzato, suscitando preoccupazione poiché è il terzo virus altamente infettivo a comparire negli Stati Uniti negli ultimi tre anni, dopo il vaiolo delle scimmie e il coronavirus. 

La poliomielite era stata precedentemente contenuta nei paesi ricchi a causa di buone condizioni igieniche, vaccinazioni e finanziamenti per la salute pubblica, ma il virus è stato recentemente riscontrato nelle acque reflue in alcune aree, tra cui New York e Londra. La poliomielite esiste anche in altre parti del mondo e nonostante ci sia una campagna globale per la sua eradicazione dal 1988, l’anno scorso ha causato forme di paralisi non trattabili o curabili in due paesi in cui non era mai stata controllata e in altri 21 in cui è ricomparsa. Gli esperti non sono sorpresi dalla ricomparsa della poliomielite nei paesi occidentali. 

La lotta contro la polio è stata indebolita negli anni da tagli ai fondi, scetticismo verso i vaccini, mancanza di memoria e natura insidiosa del virus. Secondo Heidi Larson, docente e fondatrice del Vaccine Confidence Project presso la London School of Hygiene and Tropical Medicine, questa situazione dovrebbe essere vista come un allarme e finché il virus non verrà completamente eradicato, tutti saremo a rischio. Per gli esperti di sanità pubblica, la situazione rappresenta una vera e propria emergenza poiché i casi di paralisi da polio sono solo la punta di un iceberg immunologico. Ciò significa che per ogni persona paralizzata, ci sono almeno altre centinaia che hanno probabilmente contratto infezioni asintomatiche, creando un nascondiglio per il virus dove può replicarsi e diffondersi. 

I risultati dei test sulle acque reflue hanno mostrato che la poliomielite è probabilmente circolante a Londra da febbraio e a New York da diversi mesi. Le autorità sanitarie di Londra hanno ritenuto urgente la situazione e hanno deciso di offrire a tutti i bambini dai 9 anni in giù una dose di richiamo del vaccino contro la poliomielite. D’altra parte, le autorità sanitarie di New York, dove il 40% dei bambini non è vaccinato in alcune zone, hanno incoraggiato i genitori a portare i loro bambini a vaccinarsi. 

La storia del vaccino

Per capire come la poliomielite sia tornata in alcune città, è importante conoscere la storia del vaccino contro questa malattia e dei tentativi di sradicarla dal mondo. Esistono due forme di vaccino contro la poliomielite, sviluppate a seguito di una rivalità tra gli scienziati Jonas Salk e Albert Sabin. La prima formula, sviluppata da Salk, è un’iniezione che utilizza una versione inattiva del virus e prevede una prevenzione della malattia, ma non ferma la trasmissione del virus. La seconda formula, sviluppata da Sabin, è un virus vivo indebolito artificialmente che viene somministrato per via orale. Questa formula ferma la trasmissione del virus, è più economica e facile da distribuire poiché non richiede operatori sanitari addestrati o uno smaltimento attento degli aghi. 

La versione orale di Sabin, nota come Opv, è stata la principale arma utilizzata nella campagna globale per l’eradicazione della poliomielite. Il vaccino orale aveva un vantaggio unico, poiché il virus della poliomielite selvaggia si diffonde attraverso l’acqua contaminata dalle feci, il vaccino di Sabin sfruttava questo processo. Il virus del vaccino veniva replicato all’interno del corpo, espulso con le feci e diffondeva la protezione ai vicini non vaccinati. 

Tuttavia, questo vantaggio nascondeva anche un grave difetto. In rari casi, una volta ogni milione di dosi, il virus indebolito poteva sviluppare nuovamente la neurovirulenza del virus selvaggio, causando la paralisi da poliomielite. Questo rischio ha portato i paesi ricchi a rinunciare alla versione orale del vaccino. 

Dalla trasformazione del vaccino all’emergere di nuovi ceppi

Nel 1996, gli Stati Uniti hanno causato circa 10 casi di paralisi da poliomielite a seguito dell’utilizzo del vaccino orale e nel 2000 sono passati alla formula iniettabile nota come IPV, mentre il Regno Unito ha fatto lo stesso nel 2004. Il vaccino contro la polio richiede diverse dosi per essere completamente protettivo e proteggere sia dalla forma selvaggia che da quella derivata dal vaccino stesso. La campagna globale di vaccinazione si è affidata all’OPV, ritenendo che il rischio sarebbe diminuito con l’aumentare della copertura vaccinale. Tuttavia, la campagna è stata ostacolata da carenze di fondi, disordini politici e religiosi e la pandemia di Covid-19, che ha causato un rallentamento nelle attività di eradicazione e nella vaccinazione infantile. Questo ha portato alla persistenza del poliovirus e all’emergere di ceppi derivati dal vaccino che causano la paralisi. La complessità è aumentata con la differenza nella manifestazione dei diversi ceppi di poliovirus.

 Il virus derivato dal vaccino contro la polio ora in circolazione è principalmente di tipo 2 mutato e si è diffuso soprattutto in Africa centrale. Questo potrebbe rappresentare una minaccia per le aree con tassi di vaccinazione bassi. La società, in particolare quella statunitense, ha dimenticato la paura della poliomielite. Alcune celebrità e politici americani hanno sofferto di poliomielite da bambini, ma la memoria della gente si è affievolita con il tempo. Tuttavia, l’emergenza attuale potrebbe avere il lato positivo di riportare maggior coscienza ai cittadini dei paesi ricchi rispetto alle gravi conseguenze della polio. La campagna per l’eliminazione della malattia è condivisa da varie organizzazioni internazionali e milioni di volontari, ma è cronicamente a corto di fondi. Una nuova consapevolezza su come funzionano le tecniche preventive, potrebbe senza dubbio migliorare la situazione.