The Last Of Us, la recensione del quinto episodio

Eccezionalmente questa settimana il nuovo capitolo di The Last Of Us è stato anticipato a venerdì per evitare la concorrenza del Super Bowl. HBO Max voleva a tutti i costi evitare che gli ascolti della serie potessero risentire dello spettacolo sportivo americano più atteso dell’anno, così ha scelto di anticipare la messa in onda del quinto episodio a venerdì. Sky, per non fare mancare nulla ai suoi abbonati, ha seguito la programmazione HBO e anche sul territorio nostrano avremo il quinto capitolo della serie in contemporanea con l’America. Felici? Io decisamente si!

The Last Of Us, la recensione del quinto episodio: una storia drammatica nella storia drammatica 

Il quarto episodio di chiudeva con un finale che possiamo tranquillamente definire il classico ad effetto. Joel ed Ellie avevano appena trovato rifugio all’interno di un palazzo abbandonato. I due protagonisti si sono rifugiati all’interno di un’appartamento situato in una zona disabitata della città. Hanno deciso di riposarsi, prendendo le opportune precauzioni, in sostanza hanno sparso dei vetri vicino alla porta d’ingresso in modo da evitare eventuali intrusioni notturne o comunque da bloccare il nemico prima che si presenti il pericolo. Peccato che tutte le precauzioni prese non siano servite a nulla. Henry e il fratellino, che avevamo solo intravisto nell’episodio precedenti, prendono Ellie come ostaggio. Possiamo subito comprendere la preoccupazione di Joel. Dallo sguardo dell’uomo apprendiamo immediatamente che ha timore di perdere Ellie. Ha paura di perdere la ragazzina così come ha già perso sua figlia. La ricompensa ormai non conta più nulla, Joel ha sviluppato un naturale affetto verso Ellie e così Ellie verso Joel. La situazione difficile e pericolosa in cui si trovano gli ha uniti indissolubilmente e irrimediabilmente, senza possibilità di ritorno. Così Joel si dimostra fin da subito disposto a tutto pur di salvare la piccola Ellie. Anche se le pistole puntate alla sua testa non sono molto rassicuranti. Joel comprende che Henry ed il piccolo fratellino sono innocui e che stanno soltanto cercando di fuggire dalla città, proprio come loro. L’alleanza scatta quasi subito. Henry conosce la città, coloro che abitano e sa come uscirne. Il piano nasce praticamente da solo. L’unico modo per scappare inosservati e fuggire utilizzando le strade sotterranee, peccato che non siano esattamente sicure. Non è certo ma secondo Henry lungo il cammino potrebbero trovare alcuni infetti. Pian piano nel corso dell’episodio scoprirete che la città è stranamente silenziosa, troppo quieta per essere nel pieno di un’apocalisse. Decisamente troppo ricca di uomini e priva della paura degli infetti. Questo accade perché gli infetti sono precisamente segregati nel sottosuolo, anche se non lo saranno per molto. Avete presente cosa succede quanto tappi a forza un rubinetto rotto? Quando blocchi la corrente nel tentativo di deviare il corso del fiume? Ecco prima o poi l’acqua straripa e invade il resto. Questo è precisamente quello che di lì a poco accadrà. 

Non sappiamo molto su Henry ma l’episodio, che come vi dicevo prima va considerato un tutt’uno con il capitolo precedente, ripercorre i tasselli mancanti. Henry ed il fratellino (o almeno così possiamo presumere perché non abbiamo dati certi alla mano) sono fuggitivi. Il più grade ha commesso atti che il regime non approva ed è il principale ricercato. Grazie al nuovo capitolo apprendiamo che Henry e il piccolo bambino si sono rifugiati in una soffitta per 10 giorni aspettando il momento migliore per tentare la fuga. Il medico che gli procurava il cibo purtroppo è stato arrestato e ucciso dai ribelli che governano il posto. I due sono costretti alla fuga e così si imbattono in Joel ed Ellie. 

Importante da sottolineare è la rappresentazione che The Last OF Us continua a proporci capitolo dopo capitolo. Il piccolo fratellino è sordomuto. Durante il capitolo vediamo che Henry comunica con il piccolo mediante l’utilizzo della lingua dei segni ma Joel ed Ellie non la conoscono, così per farsi capire scrivono il messaggio sulla lavagnetta che Henry ha dato al piccolo Sam. La tenerezza è incredibile e l’affetto che lega i due è palpabile fin dalla prima scena. Comprendiamo da subito che l’unico obbiettivo di Henry è quello di portare in salvo il piccolo Sam, non gli importa di sopravvivere desidera soltanto salvare Sam. Ma del legame fraterno parleremo meglio dopo. 

Proseguiamo la recensione entrando nel vivo dell’ultima parte della storia. Come vi avevo accennato prima, gli infetti non è che non esistano all’interno della cittadina ma sono stati “esiliati” nel sottosuolo. La bolla costruita è destinata ad esplodere. Proprio mentre i nostri protagonisti tentano la fuga, ecco che gli infetti emergono alla luce e sono pronti a contagiare e distruggere chiunque. Joel difende Ellie da una posizione sopraelevata, cerca di colpire con l’arma da fuoco chiunque si avvicini alla piccola. La tecnica funziona ed Ellie riesce a sopravvivere senza venire contagiata, lo stesso non può dirsi dei ribelli a capo della città. L’intero regime che governava la cittadina viene attaccato e conquistato dagli infetti, compreso la leader Kathleen interpretata da Melanie Lynskey. I quattro riescono a scappare e a trovare rifugio in un motel abbandonato. Purtroppo pero la situazione non è così rosea come potrebbe sembrare. Il piccolo Sam è stato morso. Ellie si illude che il suo sangue possa essere la cura ma il mattino seguente scoprirà che non è così semplice. Sam all’alba cerca di attaccare Ellie che viene difesa da Joel ed Henry, il quale, per istinto di sopravvivenza spara e colpisce a morte il piccolo Sam. La devastazione è rapida e le conseguenze istantanee: Henry distrutto dalla perdita del piccolo Sam procurata per mano sua, sceglie di togliersi la vita nel giro di pochissimi istanti.

The Last Of Us sceglie di privarsi ancora di due personaggi. Come nell’episodio precedente la serie sottrae allo spettatore due nuovi soggetti a cui il pubblico si era appena affezionato. Questo è The Last Of Us, lo show HBO come la scaletta di uno spettacolo è destinato a ripetersi, senza però cedere al banale o allo scontato. La storia è drammatica, struggente e terribilmente triste. 

Nel capitolo tre The Last Of Us ci ha raccontato una splendida storia d’amore, dall’inizio alla fine. Il pubblico in pochissimo tempo si era affezionato a Billy e Frank, li stava conoscendo ed amando, peccato che in The Last Of Us nessun personaggio è salvo.Sul finire del capitoso Billy e Frank, come Romeo e Giulietta, scelgono di lasciare questo mondo assieme. Ognuno era lo scopo dell’altro e da soli non sarebbero riusciti ad affrontare l’apocalisse. Il finale drammatico è una costante di The Last Of Us e, non a caso, si ripete ogni due episodi. Nel capitolo 4 conosciamo solo di sfuggita Henry e Sam, non sappiamo chi sono, quale è il loro legame, se sono “buoni o cattivi” e se aiuteranno o meno Joel ed Ellie. Quando nel capitolo 5 apprendiamo la loro storia ed iniziamo ad affezionarci a loro ecco che dobbiamo iniziare a temere il peggio. Così infatti accade. The Last Of Us, senza essere banale si ripete. Ogni volta mediante sfumature diverse ma la situazione tragica rappresentata da una o più scomparse si ripresenta precisamente quando ce la saremmo aspettata. Alla lunga può essere un’arma a doppio taglio per lo show firmato HBO. 

La scelta che hanno attuato gli sceneggiatori dello show è lodevole da un lato ma anche terribilmente rischiosa dall’altro. Coloro che si sono assunti l’onere e al tempo stesso hanno ricevuto l’onore di scrivere la sceneggiatura della serie tratta da uno dei più amati videogiochi di sempre hanno certamente incontrato diverse difficoltà: prima tra tutta la costante pressione del confronto con il prodotto originale ed il timore di deludere i fan, dall’altro la necessità di creare qualcosa di nuovo, diverso e in grado di stupire piacevolmente anche coloro che sono i destinatari principali della serie, i fan. Nel complesso secondo me Neil Druckmann e Craig Mazin hanno fatto un ottimo lavoro. Sono però consapevole che tanti diranno che alcune cose potevano essere gestite in modo diverso, ad esempio la ripetizione costante della tragedia. Come vi dicevo prima, questa soluzione narrativa è un’arma a doppio taglio: contraddistingue la serie e la rende dolce amara ma allo stesso tempo potrebbe stancare gli spettatori meno entusiasti. Comprendo perfettamente le posizioni di ognuno. 

Endure and Survive, il legame fraterno 

Il legame indissolubile tra fratelli è il tema centrale della puntata. Non solo Henry e Sam però. Come vedrete nel corso dell’episodio si crea una splendida amicizia tra Ellie e Sam. La ragazzina è da diverso tempo che non ha contatti con persone della sua età. È stata tenuta prigioniera dalla Luci per alcune settimane e successivamente ha iniziato l’avventura al fianco di Joel. Solo ora la piccola Ellie può mostrare affetto e compassione verso qualcuno più piccolo di lei. Il legame che si crea con Sam è davvero dolce, profondo e naturale. Sono teneri e hanno un’immediata chimica. In Sam Ellie rivede una persona di cui può prendersi cura. Non si sente protetta da lui ma ha l’esigenza di proteggerlo, di aiutarlo e assisterlo. Per la prima volta Ellie si sente d’aiuto per qualcun altro e vorrebbe dimostrarlo. Così fa, infatti, prova a donare il suo sangue a Sam per cercare di salvarlo dal contagio. Peccato che l’immunità o la guarigione non si trasferisca così, non è sufficiente cospargere la ferita dell’infetto con il sangue ma sicuramente più avanti scopriremo qualcosa in più. 

È stato traviante vedere come in rapido tempo il legame tra Ellie e Sam si sia creato e, altrettanto rapidamente, si sia dissolto. Ellie conclude il capitolo ritenendosi responsabile del disastro. Pensa di essere la cura, pensa di aver apportato qualcosa di positivo, un cambiamento, invece non succede nulla. Ellie si era illusa di aver trovato un nuovo amico, un nuovo compagno di viaggio che non fosse Joel ma così purtroppo non è stato. Non è che la piccola desiderasse sbarazzarsi di Joel o sostituirlo, semplicemente rivedeva in Sam qualcuno con cui essere spensierata, se stessa, la se stessa di prima dell’immunità. 

73
The Last Of Us Ep. 5
Recensione di Chiara Giovannini

Nel quinto episodio di The Last Of Us seguiamo il punto di vista di Henry e del suo fratellino minore. I due sono in fuga e costretti a nascondersi dal regime ribelle che sta dominando la cittadina in cui Joel ed Ellie sono approdati per pura sfortuna. Il quarto ed il quinto capitolo sono due episodi gemelli, da gustare assieme per comprendere la vera potenza della storia. Quella di Endure and Survive è una guerra fino all’ultimo minuto ed il finale è tragico. 

ME GUSTA
  • L'azione assume una dimensione importante
  • I legami si consolidano
FAIL
  • Forse alcune dinamiche ed episodi si ripetono con troppa frequenza
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