Attacchi di panico: come aiutare chi ne soffre

attacco di panico

Assistere a un attacco di panico di una persona cara può essere estremamente difficile e stressante. Spesso ci sentiamo impotenti di fronte a ciò che sembra una situazione apparentemente semplice ma che in realtà non lo è. Vogliamo aiutare la persona che sta vivendo l’attacco di panico e non vogliamo fare ulteriori danni. Per questo motivo, è necessario attenersi ad una lista di comportamenti da adottare o da evitare per aiutare la persona in quella situazione.

Se sei vicino a qualcuno che sta affrontando un attacco di panico, è importante mantenere la calma, parlare con voce tranquilla, offrire supporto emotivo e fornire informazioni concrete. Inoltre, è fondamentale che tu non giudichi né minimizzi la situazione, non dia consigli medici o usi parole come “calmati“.

Capire cosa succede: il primo step per fornire aiuto

La prima fase nell’affrontare un attacco di panico è riconoscere e valutare la situazione. Si tratta di provare a capire cosa sta succedendo alla persona interessata, se abbia già vissuto episodi simili in passato o se si tratti del primo attacco. Gli attacchi di panico si caratterizzano per una paura esagerata nei confronti di una possibile catastrofe o perdere il controllo, anche se non c’è alcun pericolo reale. I sintomi possono variare in intensità, da lievi a gravi, e durare da pochi minuti a diverse ore. In casi più estremi si può anche avere l’impressione di essere in pericolo di vita. Tuttavia, è importante ricordare che gli attacchi di panico non sono mortali.

Questi ultimi altro non sono che una risposta del corpo a una percezione di pericolo reale o immaginario. Si manifestano con sentimenti di paura, ansia e panico che possono durare da cinque minuti a diverse ore. In questi momenti, il corpo della persona viene colpito da un picco di eccitazione, causato dalla produzione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina. A volte i sintomi possono essere accompagnati da una paura acuta di morire, anche se gli attacchi di panico non sono in sé mortali. Tuttavia, possono portare a conseguenze fatali se vengono associati a condizioni mediche preesistenti o a comportamenti estremi. Per evitare questo, è importante riconoscere i sintomi in modo tempestivo e ricorrere ai trattamenti adeguati come la psicoterapia, l’esercizio fisico, la meditazione o gli interventi farmacologici.

Attenzione ai sintomi

Se una persona non ha mai avuto un attacco di panico prima, può diventare molto agitata non sapendo che cosa sta succedendo. Per confermare che si tratti effettivamente di un attacco di panico è importante essere consapevoli dei sintomi, definiti dal DSM-5, che comprendono: palpitazioni cardiache, sudorazione, tremori, dispnea (difficoltà respiratoria), senso di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi alla digestione, vertigini, paura di perdere il controllo o di morire, brividi o vampate di calore. Questi sintomi possono durare pochi minuti o diverse ore in alcuni casi.

Se questa è la prima volta che qualcuno soffre di un attacco di panico, è importante cercare assistenza medica di emergenza. Non importa se ci sono dei dubbi, un intervento tempestivo può prevenire possibili complicazioni. In particolare, è necessario prestare attenzione se l’individuo soffre di diabete, asma o altre condizioni mediche preesistenti. I sintomi di un attacco di panico possono somigliare a quelli di un attacco di cuore; quindi, è importante considerare tutte le possibilità prima di prendere una decisione. Inoltre, se il paziente è sottoposto a eventuali trattamenti farmacologici, è fondamentale che il medico sia informato per evitare interazioni avverse con i farmaci utilizzati.

Cercare le cause

Parlando con la persona che soffre, è possibile determinare se si tratta di un attacco di panico o di un’altra emergenza medica (come un attacco di cuore o asma) che richiede un intervento medico immediato ed appropriato. Se si tratta di un attacco di panico ricorrente, la persona potrebbe essere disposta a condividere le proprie preoccupazioni e a fornire informazioni utili sulla causa scatenante.

Inoltre, sarebbe opportuno chiedere alla persona se ha recentemente sperimentato eventi della vita stressanti, come la perdita di lavoro, problemi familiari o fisici, o se ha assunto nuovi farmaci. Queste informazioni possono aiutare a individuare e trattare eventuali fattori predisponenti che potrebbero aver contribuito all’attacco di panico.

Mettere la persona a proprio agio

Quando un nostro caro sta avendo un attacco di panico può essere utile offrire una parola di conforto e supporto a voce bassa, mentre si incoraggia la persona a respirare profondamente. 

Rassicurare la persona che stai lì con loro e che non c’è motivo di preoccuparsi. Mantenere un tono di voce calmo e dimostrare che sei lì per aiutarli a superare l’attacco di panico. Assicurarsi che la persona abbia qualcosa da bere, come un bicchiere d’acqua o una bevanda rinfrescante, e chiedere loro se c’è qualcos’altro che possano fare per offrire loro un po’ di sollievo.

Parlando con una persona che sta affrontando un attacco di panico, è importante mantenere un tono di voce rassicurante ma deciso. Evitare di afferrarla o bloccarla, anche con delicatezza. Suggerire alla persona in questione di fare stretching, jumping jack o una breve passeggiata per sfogare la tensione. In caso di attacco di panico in casa, proporre attività che impegnino la mente come organizzare l’armadio o fare le pulizie. Questo può aiutare a distrarre la mente e sfogare la tensione fisica. Alla fine, lavorare su compiti ben definiti può dare una certa soddisfazione e aiutare la persona ad uscire dallo stato di ansia. Si può anche suggerire di eseguire esercizi di respirazione profonda, come inspirare ed espirare lentamente per contare fino a cinque, per ritrovare il controllo.

Vietato dire “calmati!”

Quando si ha a che fare con un individuo che sta sperimentando un attacco di panico, è importante ricordare che la situazione è terribilmente reale dal punto di vista di questa persona. Dobbiamo rimanere tranquilli e provare empatia, evitando di dire frasi quali “calmati!” o “non c’è nulla da temere”, che non farebbero altro che peggiorare la situazione. Invece, dovremmo usare un linguaggio di supporto, come ad esempio “so che sei preoccupato ma stai tranquillo, sono qui per aiutarti!”, per far sentire la persona meno sola e più accolta nelle sue vulnerabilità. È importante ricordare che un attacco di panico può essere davvero sconvolgente per chi ne soffre; quindi, dobbiamo mostrare comprensione ed essere disposti ad ascoltare le loro paure.