Bias cognitivi: quando la mente è bugiarda

bias cognitivi

La mente può essere una bugiarda, o meglio, i nostri pregiudizi cognitivi possono farci vedere una realtà distorta. I bias sono modalità di pensiero intuitive che ci aiutano ad elaborare un’idea della realtà e a prendere decisioni in modo rapido. Tuttavia, le nostre conclusioni possono essere soggette a pregiudizi che ci inducono a guardare la realtà da un punto di vista distorto. Ad esempio, i pregiudizi cognitivi possono portare a vedere le persone come tutte uguali e a credere in cose che non sono vere. Per evitare di farsi ingannare dalle proprie idee preconcette è necessario riconsiderare i propri pensieri in modo da valutare la situazione da più punti di vista e, quindi, arrivare a conclusioni più accurate.

Cos’è un bias cognitivo?

I bias cognitivi sono una parte ineliminabile della nostra natura. Sono presenti in tutte le persone, indipendentemente dalla loro cultura, intelligenza e background. Essi sono una dotazione naturale dei cervelli umani, sviluppatisi durante l’evoluzione per adattarsi alle sfide di un ambiente complesso e potenzialmente pericoloso.

Questi bias ci forniscono un modo di affrontare la vita più velocemente ed efficacemente. Tuttavia, possono anche creare pregiudizi e distorsioni della realtà, per questo, comprendere come funzionano e come possono influenzare le nostre decisioni può aiutarci a prendere decisioni più consapevoli e migliorare la nostra capacità di giudizio.

Inconscio e bias: la relazione

Il termine inconscio indica in generale tutti quei processi mentali che si svolgono senza che l’individuo ne sia consapevole, come emozioni, rappresentazioni e modelli comportamentali che sono alla base dell’agire umano. Anche se fu coniato dal filosofo Friedrich Schelling nel XVIII secolo, le sue origini possono essere rintracciate già nella filosofia greca, prima con Platone che parlava di un sapere nascosto nell’anima umana, e poi con Leibniz che in opposizione alla dottrina cartesiana evidenziava l’esistenza di pensieri di cui non siamo consapevoli. Tuttavia, è stato con Sigmund Freud e gli altri psicologi del profondo che questo concetto è diventato più popolare. A partire da lì, l’inconscio ha acquisito un’importanza sempre maggiore nella psicologia e nella terapia, in quanto molti problemi mentali possono essere risolti analizzando i processi inconsci all’interno dell’individuo.

Possiamo dire che l’inconscio cognitivo è un modello procedurale che prevede una memoria permanente e una memoria di lavoro più piccola, in cui l’informazione proviene dai canali sensoriali e deve essere elaborata. La memoria a lungo termine deve essere dotata di schemi in modo tale che le conclusioni possano essere tratte velocemente dalle esperienze pregresse. L’inconscio cognitivo ha quindi delle implicazioni concrete poiché permette di risparmiare tempo dedicato all’elaborazione delle informazioni.

Le conseguenze del pensiero distorto

Dall’evoluzione sappiamo che la coscienza si è sviluppata gradualmente e parallelamente a processi più intuitivi. Il premio Nobel Gerald Edelman ha suggerito che l’intelligenza superiore sia stata preceduta da una coscienza primaria nella quale si ha consapevolezza del mondo, immagini mentali del presente, non solo nell’uomo ma anche in alcuni animali non dotati di capacità linguistiche. Ci affidiamo a processi che sfuggono alla nostra coscienza poiché sono automatici e veloci, e questo ci permette di prendere decisioni con rapidità, rendendo la nostra vita più facile e più efficiente.

Ci sono molte conseguenze spiacevoli che derivano dai nostri bias cognitivi. La nostra mente non è programmata per memorizzare la realtà come una macchina fotografica o un registratore audio, a causa dei limiti sensoriali della nostra specie. Di conseguenza, siamo costretti a far ricorso a una selezione anticipatoria che ci consente di rilevare solo alcuni aspetti della realtà, in base alle nostre esperienze, convinzioni o aspettative. Questo può portare a prendere decisioni sbagliate poiché non abbiamo tutti gli elementi necessari per comprendere la situazione. Inoltre, può anche causare distorsioni di percezione, in quanto ciascuno di noi vive la realtà in modo diverso a seconda della propria visione del mondo.

L’idea che la nostra mente abbia una limitata portata di controllo può essere difficile da accettare, poiché va contro l’esperienza personale. Ciò significa che molti dei nostri comportamenti e sentimenti possono essere scatenati da eventi di cui non siamo consapevoli, processi psichici che agiscono su di noi in modo automatico ed effetti tangibili, spesso indesiderabili. Questo ci appare particolarmente gravoso perché sembra indebolire la continuità e la solidità della nostra personalità, che viene percepita come un continuum lineare e coerente. La conoscenza di questi meccanismi può aiutarci a comprendere meglio come agisce la nostra mente, sottolineando la complessità dei processi cognitivi che sono alla base delle nostre azioni e delle nostre reazioni emotive.

Accettare che la nostra visione del mondo è soggettiva è il primo passo verso la liberazione dalle distorsioni cognitive. Dobbiamo abbandonare l’illusione di avere una visione obiettiva del mondo e comprendere che esiste una realtà oggettiva, ma che la nostra percezione di essa è distorta dai nostri sensi e dal nostro punto di vista. La nostra esperienza del mondo è influenzata da ciò che abbiamo vissuto, dalle nostre credenze e dalle nostre preferenze, il che significa che la realtà soggettiva che creiamo non corrisponde necessariamente alla realtà oggettiva.

 

 

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