L’ibernazione è una condizione in cui l’organismo si spegne per consumare meno energia possibile. Molti scienziati da alcuni anni pensano di poter ottenere tale stato anche nell’uomo. Hong Wang e Ji Dai, dell’Istituto di tecnologia avanzata di Shenzhen, in Cina, hanno provato a farlo nei macachi di Giava. 

Diversi studi hanno cercato di indurre il torpore artificialmente in differenti specie. Gli esperti cinesi hanno provato ad abbassare la temperatura del corpo dei macachi per vedere di innescare un calo di metabolismo o il torpore. Un po’ come simulare quanto accade ai topi, che non vanno in un regolare letargo stagionale. Questi però possono entrare in torpore con bassa temperatura e cibo scarso. 

L’ipotalamo è la centralina del cervello che analizza fattori come temperatura esterna e termoregolazione. Si pensa che dia input al torpore. I cinesi hanno attivato un gruppo di neuroni nell’ipotalamo. Tali neuroni hanno subito una modifica per avere un recettore attivato solo da uno specifico farmaco, la Clozapina N-ossido. Si è avuto un abbassamento della temperatura del corpo nei macachi svegli e anestetizzati. In quelli svegli per contrastare l’ipotermia il ritmo cardiaco si è alzato e i brividi sono partiti per produrre calore grazie alle contrazioni muscolari. Nei topi nelle stesse condizioni, invece, ritmo cardiaco e attività si abbassavano. Lo studio è la prima dimostrazione di ipotermia su un primato con una manipolazione dei neuroni predisposta. Un passo avanti verso l’ibernazione artificiale umana.