L’immunologo Ruslan Medzhitov ha sviluppato una teoria interessante su come le allergie potrebbero essere una strategia evolutiva. Grazie all’interessante ipotesi del ricercatore, il giornalista Carl Zimmer ha incontrato Medzhitov per discutere di quest’idea.
Secondo Medzhitov, infatti, le allergie sono un meccanismo di difesa che ci aiuta a sopravvivere agli agenti patogeni. Quando rileviamo sostanze come i pollini, ad esempio, le nostre difese immunitarie si attivano e ci preparano a reagire. Questa risposta può anche aiutare a proteggerci da altri patogeni, poiché ci insegna a riconoscere e reagire agli agenti estranei.
Allergie, un problema diffuso
Molte persone soffrono di allergie e ognuna di loro può raccontare una storia su come ha scoperto che il loro sistema immunitario reagisce in modo anomalo alla presenza di alcune molecole. Secondo le stime, negli Stati Uniti circa 18 milioni di persone soffrono di rinite allergica e altri milioni sono affetti da allergie alimentari. Tale condizione è in aumento anche in altri paesi del mondo, dove molti individui stanno sviluppando sintomi di allergia.
Le allergie sono una condizione comune che può presentarsi in numerose forme, tra cui orticaria, gonfiore delle labbra, rinite allergica, allergie alimentari e shock anafilattico. I sintomi possono variare da starnuti e occhi irritati a vomito e diarrea. Il problema delle allergie è davvero importante, e le cure attualmente disponibili sono ancora limitate nonostante la ricerca abbia fatto passi da gigante. È vero che l’EpiPen può evitare un tragico epilogo in caso di shock anafilattico, ma non risolve il problema in maniera definitiva. Anche gli antistaminici possono ridurre i sintomi, ma hanno importanti effetti collaterali di fiacchezza e sonnolenza. C’è anche la possibilità di trattare le allergie con farmaci biologici che mirano a inibire l’infiammazione cronica associata alle allergie e le terapie alternative come l’agopuntura.
Perché esistono le allergie? La teoria di Medzhitov
Le allergie sono un mistero per gli scienziati, anche se hanno compreso alcune parti del processo. Si sa che il corpo può reagire a un allergene con una rete complessa di cause, come cellule fuori controllo, sostanze chimiche rilasciate e segnali trasmessi. Una volta compreso meglio il processo, si potrebbero inventare trattamenti più efficaci. Tuttavia, rimane una domanda più grande: perché le allergie esistono? È possibile che questa reazione del corpo sia una risposta adattativa ai cambiamenti nell’ambiente o all’esposizione a sostanze chimiche o all’uso di medicinali? La ricerca sta continuando a lavorare per scoprire la verità.
Il dottor Medzhitov sta esplorando una questione che potrebbe avere un enorme impatto sull’immunologia: perché abbiamo le allergie? Nonostante siano state formulate diverse ipotesi, la teoria più accreditata afferma che l’allergia sarebbe un meccanismo difensivo che si attiva in risposta ai parassiti intestinali. In realtà, nei paesi industrializzati le infezioni sono molto rare, quindi invece di attaccare i veri pericoli questo sistema di difesa reagisce in maniera eccessiva a sostanze innocue, provocando reazioni allergiche. Nell’ultimo decennio gli scienziati hanno inoltre individuato alcuni fattori ambientali che influenzano l’insorgenza delle allergie, come l’inquinamento atmosferico o l’uso di pesticidi.
A tal proposito, Medzhitov ha espresso la sua opinione affermando che la teoria secondo la quale le allergie sarebbero un errore biologico sia sbagliata. Lo studioso, crede invece che esse siano in realtà una difesa evoluta contro agenti chimici nocivi, un meccanismo che ha protetto i nostri antenati per milioni di anni ed è ancora in uso oggi. Questa idea, ammette Medzhitov, è ancora controversa ma è certo che, con il tempo, la comprenderanno tutti. Tuttavia, ritiene che inizialmente ci sarà una forte resistenza alla sua teoria, prima che diventi un’opinione accettata.
Come nasce il termine “allergia”
I medici del mondo antico hanno descritto le allergie come malattie causate da agenti esterni, come polline o punte di insetto. Con la scoperta dei meccanismi della risposta immunitaria è stato compreso che le allergie non sono in realtà una malattia in sé, ma una reazione anomala che il sistema immunitario ha nei confronti di sostanze innocue. Nel corso degli anni, Charles Richet e Paul Portier hanno scoperto un fenomeno noto come “anafilassi”, in cui l’esposizione ripetuta al veleno causa una reazione più grave che culmina spesso nella morte.
Una volta riconosciuta l’anafilassi, gli scienziati hanno capito che le allergie sono causate da una sorta di “memoria” del sistema immunitario per quell’antigene. Gli scienziati hanno notato che alcune persone rispondono in modo anomalo a sostanze normalmente innocue. L’allergia è stata descritta da Clemens von Pirquet, che ha coniato il termine allo scopo di descrivere la reazione eterogenea del sistema immunitario, interpretata come un “lavoro di errore” (dalle parole greche allos ed ergon). La risposta anormale è causata dal fatto che il sistema immunitario ricorda l’esposizione precedente ad un dato antigene, e diventa sensibile nei confronti di esso.
Le allergie sembrano essere dunque un adattamento complesso che spesso è utile. A volte i sistemi immunitari reagiscono eccessivamente alle tossine o alle molecole innocue causando reazioni forti, ma secondo questa teoria, ne vale la pena. Non possiamo sottovalutare poi la società in cui viviamo: la modernità della vita occidentale ha messo in crisi l’equilibrio del sistema immunitario, esporci a una gamma sempre più ampia di sostanze chimiche potenzialmente dannose, che possono portare a reazioni allergiche. Ruslan Medzhitov ritiene che l’ambiente da cui dovremmo scappare siano proprio le nostre case, e gli scienziati stanno prendendo la sua teoria molto seriamente.
Comprendere meglio perché alcune persone sviluppano allergie può portare anche a cambiamenti nella cura, per questo è importante vagliare ogni teoria e sperimentarne la validità. Bloccare completamente le difese allergiche non è una buona idea, ma gli allergologi dovrebbero cercare di capire come ottenere una reazione protettiva e non una di ipersensibilità. Come spiega Medzhitov, è simile al dolore: troppo dolore può essere fatale, mentre troppo poco può essere altrettanto pericoloso. Bisogna cercare il giusto equilibrio.