Addormentarsi: ecco il segreto per riuscirci subito

sonno

L’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AIMS) segnala ben 12 milioni di italiani con disturbi del sonno. Fra le problematiche c’è la difficoltà di addormentarsi, poi ci sono risvegli durante la notte e quelli precoci la mattina. Dormire dalle sette alle nove ore è essenziale per il benessere fisico e psicologico. Un buon riposo avvantaggia il metabolismo, pulisce l’organismo dalle tossine migliorando le prestazioni mentali e non solo corporali.

Fondamentale però è anche promuovere una buona igiene del sonno. La camera da letto deve essere silenziosa, buia e con una giusta temperatura. Evitare pasti pesanti, fare regolare attività fisica e togliere di mezzo l’uso della tecnologia alcune ore prima di andare a dormire. La luce diurna può offrire un ottimo contributo al buon sonno. Se ci si espone a poca luce durante il giorno, allora è più difficile dormire la sera.

 

I nostri corpi hanno un orologio circadiano naturale che ci dice quando andare a dormire la sera. Se non ti esponi abbastanza alla luce durante il giorno quando c’è il sole, questo ‘ritarderà’ il tuo orologio biologico e quindi il momento in cui vorrai andare a dormire. La luce durante il giorno, specialmente al mattino fa avanzare il tuo orologio biologico, quindi ti stanchi prima la sera. Al contrario, l’esposizione alla luce serale ritarda il tuo orologio, portando indietro di un’ora il momento in cui ti sentirai stanco. In definitiva, il momento in cui ti addormenti è il risultato del tira e molla tra questi effetti opposti dell’esposizione alla luce nei diversi momenti della giornata sul tuo orologio biologico.

Horacio de la Iglesia, dell’UW, primo autore dello studio

 

 

Durante un esperimento i ricercatori hanno analizzato i tempi del sonno e l’esposizione alla luce, in 507 studenti universitari della UW, a Seattle. Si è riscontrato che gli studenti durante l’inverno si coricavano in media 35 minuti più tardi e si risvegliavano 27 minuti più tardi rispetto all’estate. Insomma, gli studenti dormivano ogni notte la stessa quantità di ore ogni notte indipendentemente dalla stagione. 

Per gran parte degli esseri umani il ritmo sonno-veglia dura circa 24 ore e 20 minuti, e viene influenzato dagli input che provengono dall’ambiente esterno. In inverno i cicli circandiani sono in ritardo rispetto all’estate. Per dare spiegazione a questo i ricercatori si sono focalizzati sull’esposizione alla luce. Questa interferisce in modo diverso sui ritmi circandiani nei diversi momenti della giornata e nelle stagioni.

La vita sociale e i suoi ritmi hanno cambiato il tempo del sonno, durante l’inverno è chiaro un ritardo di quando andiamo a dormire. Esporsi nel corso della giornata alla luce naturale è un modo per prevenire questo ritardo dell’orologio biologico nella stagione invernale. 

 

 

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