Crisis Core – Final Fantasy VII – Reunion, la recensione

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Dopo qualche confusione durante il suo annuncio al livestream per il 25esimo anniversario di Final Fantasy VII, il capitolo dedicato alla “C” nella compilation relativa al Final Fantasy più amato di sempre torna con una remastered “questo inverno” su tutte le console disponibili, proprio con l’obiettivo di permettere a tutti i fan di recuperare un gioco rimasto esclusiva per una nicchia di giocatori Sony alla sua uscita ma che potrebbe riguadagnare un valore importante alla luce di Final Fantasy VII Rebirth.

Crisis Core Final Fantasy VII è ambientato diversi anni prima i fatti del capitolo principale e mostra l’ascesa a SOLDIER 1st Class dell’ambizioso e vivace Zack Fair, abile combattente che sogna di diventare un eroe, come e persino più del leggendario Sephiroth. Al suo fianco, il suo mentore Angeal Hewley che gli ricorda quanto sia importante inseguire i propri sogni e difendere il proprio onore, e a contorno una sfilata di personaggi più o meno noti alle vicende che ruotano intorno a Midgar e alla Shinra, dai Turks a Cloud Strife, passando per la sempre presente Aerith Gainsborough.

Come tutto ebbe inizio

Crisis Core sa benissimo di esistere in funzione di Final Fantasy VII e gioca molto sulle citazioni più o meno velate ai fatti del gioco principale, al punto che la trama principale finisce col sembrare un pretesto per introdurre determinati personaggi e soprattutto approfondire alcune relazioni che aggiungono dettagli all’intero filone narrativo.

Proprio nelle fasi conclusive della guerra tra la Shinra e Wutai, il SOLDIER 1st Class Genesis diserta la Shinra e sparisce dalla circolazione, mentre al suo posto iniziano a comparirne dei cloni che attaccano Zack e i suoi alleati. Nell’incertezza di cosa stia accadendo, di chi stia muovendo le fila e di chi possa essere un alleato o un nemico, Zack si ritrova presto a dover affrontare situazioni più grandi di lui da solo, fino all’incontro che cambierà il suo destino e quello di tutta la storia di Final Fantasy VII.

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Dopo aver conosciuto Aerith, infatti, diventa evidente come l’obiettivo di Crisis Core non sia quello di raccontare la storia di Angeal, Genesis o Sephiroth, ma di spiegare al mondo intero chi sia Zack, il suo rapporto con Aerith e come si sia arrivati a quell’attentato terroristico al reattore 1 che apre Final Fantasy VII.
Bisogna necessariamente realizzare questo ribaltamento tra storia principale e momenti secondari per poter apprezzare Crisis Core, vittima altrimenti di una trama confusa, spezzettata e decisamente poco coinvolgente, complici alcuni personaggi dalla caratterizzazione pessima per non dire inesistente.

Al contrario, in poco tempo ci si affeziona per motivi diversi ai Turks, ad Aerith e soprattutto a Zack, che in questo gioco viene fuori come uno dei personaggi migliori dell’intera compilation.
Un finale davvero commovente riscatta parzialmente una seconda parte della storia molto contorta, ma soprattutto si lega a doppio filo con gli eventi del gioco originale, rendendo evidente come questa remaster decida di non riscrivere nulla e posizionarsi come riferimento narrativo avulso dal progetto di Final Fantasy VII Remake e Rebirth, seppur abbia l’evidente obiettivo di rendere la storia di Zack ben nota a chiunque non l’abbia già conosciuta nel 2007 su PSP. A che pro? Questo ce lo dirà Rebirth.

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Come ce lo ricordavamo

Visto il lavoro incredibile svolto con Remake, le speranze che Square Enix decidesse di risollevare la qualità tecnica di questa remaster erano decisamente alte. Il risultato finale, tuttavia, ci dice che alcuni asset, le interfacce dei menù e pochissimi aggiornamenti al gameplay rappresentano le uniche modifiche a quello che è un semplice seppur solido intervento di upgrade grafico a un titolo che non peccava certo di qualità alla sua uscita.

Per la sua epoca, ma anche per la console di appartenenza, Crisis Core era tecnicamente un gioiellino, uno dei titoli che sfruttava davvero al massimo le potenzialità di PSP, quindi chi ricorda il gioco originale noterà sì un boost grafico importante, ma nulla che giustifichi appieno la ripetizione di un’esperienza lasciata intatta al 100%.
Crisis Core – Final Fantasy VII – Reunion dunque punta a quel target di pubblico che quindici anni fa non ha avuto modo di vivere le vicende di Zack e vuole/deve recuperarle alla luce appunto di Final Fantasy VII Rebirth, in uscita l’anno prossimo, il cui trailer di annuncio lascia immaginare possa esserci un ruolo per il SOLDIER dai capelli neri, più o meno concreto.

Crisis Core FFVII Reunion 6

In merito alle effettive novità, le maggiori differenze si concentrano in combattimento con un sistema OMD reso più dinamico (e senza interruzioni), qualche attacco pesante diverso una volta che si ottiene la Buster Sword e le limit disponibili a comando e non più automatiche; quest’ultime in particolare cambiano il modo di sfruttare i colpi speciali, visto che lanciandoli al momento giusto è possibile rendersi immuni all’attacco nemico e ricaricare i propri parametri come PV, PM e PA.
In generale dunque gli scontri sono più fluidi, ma uno dei problemi principali di Crisis Core FFVII rimane il bilanciamento della difficoltà, reso ancora peggiore in questa remaster a causa della valutazione SOLDIER.

A partire da un certo punto del gioco, infatti, alla fine di ogni combattimento Zack riceve dei bonus ai Punti Vitali, Punti Magia e/o Punti Abilità in percentuale a seconda di come ha affrontato lo scontro; non subendo danni ed eliminando i nemici con colpi speciali o magie, ad esempio, si può ricevere indietro anche il 35% o 40% dei valori e questo rompe completamente il battle system non appena si avanza un minimo nella fusione delle materia.
Si finisce con l’essere imbattibili già prima di metà gioco se si investe un po’ di tempo nelle missioni secondarie: un po’ di creatività, qualche oggetto ben farmato e in un attimo si riesce a rendere Zack una macchina da guerra in grado di concludere ogni scontro ancor prima che inizi, assicurandosi così i bonus maggiori della valutazione SOLDIER e quindi una ricarica costante per l’utilizzo massiccio di magie e abilità, rese ancora più rapide da usare anche grazie alle combinazioni di tasti rapide.

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L’OMD e la fusione delle materia

Final Fantasy VII deve gran parte della sua fortuna al sistema delle materia, pietre infuse di potere magico in grado di controllare gli elementi, conferire bonus aggiuntivi o usare tecniche speciali, e nel capitolo principale le innumerevoli combinazioni possibili davano libero sfogo alla creatività del giocatore permettendo di innescare effetti a catena devastanti.

Crisis Core – Final Fantasy VII – Reunion riprende ovviamente le materia ma sposta il campo creativo nella fusione tra le diverse pietre, col duplice obiettivo di creare nuove combinazioni e conferire effetti bonus essenziali per potenziare Zack. Tramite la fusione di materia con l’aiuto di oggetti è possibile non solo dare vita a magie, tecniche e supporti di livello superiore, ma anche attribuirvi bonus ai parametri in grado di raddoppiare se non triplicare alcuni parametri, come i PV e i PM, risultando in un boost drastico al potere combattivo di Zack.

Proprio in questo modo si riesce ad avere un personaggio da 9999 danni a colpo già prima di metà gioco: non obbligatorio, ovviamente, ma basta davvero poco per riuscire nell’impresa e azzerare il senso di sfida.
I completisti potranno gioire nel continuare a sperimentare nuove combinazioni per dar vita alle materia più potenti, ma alla luce del cattivo bilanciamento di cui sopra si tratta di un percorso eccessivamente dispendioso in termini di energie e tempo in confronto ai vantaggi che porta.

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A rendere il tutto più oneroso è in particolare il sistema di level up del personaggio e delle materia, affidato alla roulette casuale dell’OMD, che durante il combattimento continua a ruotare e a produrre effetti vari a seconda dei numeri estratti; masterizzare alcune materia quindi potrebbe rivelarsi un’impresa ardua per i meno fortunati e richiedere ore e ore di gioco, il che favorisce ancor di più il volersi affidare alle combinazioni super efficaci di cui sopra a discapito una maggiore profondità del sistema.

Questione di ritmo

Una trama non eccellente, un battle system non certo brillante e un sistema di missioni secondarie ad elenco che non funziona particolarmente bene: Crisis Core aveva già i suoi problemi come gioco PSP, all’epoca, che al giorno d’oggi pesano ancor di più in un panorama dove le nuove tecnologie hanno quantomeno portato caricamenti più veloci e fluidi.

Crisis Core – Final Fantasy VII – Reunion resta identico all’originale e si porta dunque dietro un ritmo terribilmente spezzettato oltre ogni limite, con interruzioni continue che rendono l’esplorazione un’agonia.
Per quanto una semplice remastered (e non un remake), vedere oggi centinaia di mini filmati d’intermezzo con tanto di dissolvenza al nero intervallati da pochi passi di “libera” esplorazione è abbastanza inaccettabile e andava rivisto, soprattutto alla luce di un boost grafico che vuole strizzare l’occhio a FFVII Remake ma mostra poi tutti i suoi limiti con animazioni facciali spesso inesistenti che hanno quasi un effetto peggiore rispetto ai modelli meno dettagliati dell’opera originale.

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A poco servono i miglioramenti ai video già eccellenti delle invocazioni, o le banali ambientazioni che rimpiazzano gli sfondi neri delle limit: Crisis Core di certo non aveva bisogno di chissà quali upgrade grafici, bensì avrebbe giovato di un “accorpamento” delle scene d’intermezzo o di una maggiore velocità nel passare dal caricamento al giocabile, migliorando davvero l’esperienza finale per l’utente.
Nulla di tutto questo, invece, ma tutti i pochi pro e i tanti contro che il titolo aveva su PSP, resi nuovamente disponibili per una fan base che non può arrivare impreparata all’evento dell’anno prossimo, il vero motivo per cui Crisis Core è tornato: Final Fantasy VII Rebirth.

75
Crisis Core - Final Fantasy VII - Reunion
Recensione di Filippo Consalvo

Crisis Core - Final Fantasy VII - Reunion è una di quelle remastered per la quale sarebbe servito invece un remake. Il gioco originale di quindici anni fa sopperiva alle lacune nella trama, nel ritmo e in diverse meccaniche con una qualità grafica mozzafiato per la PSP e alcuni dettagli della storia che ne valevano il prezzo dell'UMD. Questa remastered ne conserva ogni pro e contro con la massima fedeltà, ma paga il conto di un upgrade grafico per nulla convincente e dei difetti che sono invecchiati abbastanza male.
Rimane tuttavia innegabile il valore che riveste nella compilation di FFVII: il personaggio di Zack e le sue relazioni con altri protagonisti già noti ai fan di Cloud e co. sono di altissimo valore e meritano di essere vissuti se si vogliono apprezzare appieno tutti i risvolti della storia di Final Fantasy VII, a patto di chiudere entrambi gli occhi di fronte alla "trama principale" di Angeal e Genesis, una delle peggiori mai viste nell'intera serie targata doppia F. Se però avete già giocato al titolo originale su PSP e ricordate bene chi è Zack e cosa succede in Crisis Core allora sentitevi liberi di recuperarlo solo in caso lo abbiate amato già allora: troverete esattamente tutto come lo avete lasciato.

ME GUSTA
  • Il personaggio di Zack
  • La storia tra Zack e Aerith
  • Il filmato del combattimento di Sephiroth
  • Il finale
FAIL
  • La difficoltà crolla dopo metà gioco
  • Ritmo troppo spezzettato
  • Upgrade grafico non eccellente
  • Gran parte della trama da dimenticare
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