In tema di disuguaglianze sociali non si può fare a meno di parlare di una delle nuove problematiche che coinvolge la società del XXI secolo, il cosiddetto “Digital divide”. L’esclusione e l’emarginazione passano oggi anche tramite l’accesso ad Internet, che al contrario di quanto si possa pensare non è una prerogativa di tutti.
Chi resta lontano dal mondo del web ne risente in termini di ripercussioni culturali e socioeconomiche, portano spiacevoli conseguenze anche al portafoglio. Ecco quali sono tutte le forme del digital divide e perché è importante prendere coscienza dell’effetto negativo che questo fenomeno ha su una parte della società.
Un problema di esclusione
Il termine esclusione prende oggi un significato ancora diverso. Dall’era di Internet, infatti, essere vittime di discriminazione vuol dire anche non poter partecipare a tutti gli effetti alle decisioni sociali tramite il digitale. Chi è emarginato dal punto di vista tecnologico, è a tutti gli effetti svantaggiato e rimane intrappolato in un secolo assai poco contemporaneo.
Uno dei gap più evidenti rispetto al problema del digital divide coinvolge proprio le aziende e tutte quelle organizzazioni che si trovano lontane dalla trasformazione digitale e che quindi non riescono a stare al passo con i tempi.
L’azienda è infatti luogo in cui maggiormente si verificano ripercussioni sull’economia del singolo e della collettività. Il nostro secolo è infatti caratterizzato da figure professionali che lottano per rimanere aggiornate e aperte alla sperimentazione di nuovi modi di lavorare. Coloro che invece sono restii all’adattamento nei confronti del mondo digitale, contribuiscono alla crescita del divario all’interno della società e alle organizzazioni. La conseguenza è quella di avere una gran fetta di popolazione che non riesce ad accedere ai nuovi processi di business poiché incapace di gestire le nuove tecnologie.
Digital divide: chi riguarda?
Viene spontaneo chiedersi quali siano le categorie coinvolte da questa esclusione digitale. Al primo posto troviamo gli anziani, che ad oggi si ritrovano immersi in un processo che potremmo chiamare “sociologicamente fisiologico”, che li porta a rimanere indietro rispetto alla nuova generazione di Internet.
Al secondo posto, purtroppo, troviamo una questione di genere, poiché sono le donne, in particolare coloro che non sono occupate, a subire maggiormente il divario digitale. Non di meno, i migranti e disabili che per via di un fattore linguistico culturale e di un’incapacità di utilizzo degli strumenti informatici, vengono automaticamente esclusi ed emarginati da un processo che invece è in continuo aggiornamento.
Le aziende e la corsa contro il tempo
Fortunatamente, la prospettiva della maggioranza delle imprese è quella di introdurre corsi e formazioni volte a facilitare sempre di più la trasformazione digitale nei confronti di tutti dipendenti. Resta chiara quindi la presa di coscienza che quello del divario digitale è un problema che deve essere risolto accettandolo come un naturale processo sociale da sorpassare affinché le nuove aziende possano prosperare e in alcuni casi, sopravvivere in una globalità che rincorre le nuove tecnologie.
Gap generazionale: anche l’età conta
Una delle problematiche alle quali le aziende si trovano a far fronte più frequentemente è quella del gap generazionale con dipendenti di età diverse che ancora non hanno vissuto il cambio d’azione generato dal web.
Anche il fattore dell’età è quindi coinvolto in un meccanismo e in un salto di qualità che è avvenuto in pochi decenni, che sociologicamente parlando, si potrebbe anche tradurre con “dall’oggi al domani”. Una rincorsa continua quella del mondo digitale, che abbraccia tutti coloro che riescono ad “andare veloci” e che allo stesso tempo esclude chi rimane bloccato dalle novità.
Viene quindi spontaneo attuare un vero e proprio percorso di integrazione tramite specifici formatori e lavori in team, che possono parificare di nuovo le competenze di ogni lavoratore dipendente. Uno dei metodi più importanti è infatti quello della comunicazione, generando una rete che abbia come scopo quello di spiegare a tutti il metodo di funzionamento dei nuovi strumenti tecnologici adottando specifiche strategie per ridurre anche il divario informatico.
Cambiare il mindset
Quello della trasformazione digitale è un tema legato a quello dell’aggiornamento continuo, anche detto lifelong learning, grazie al quale si può migliorare notevolmente la forza lavoro. Lo stimolo che i continui aggiornamenti producono nei dipendenti risulta infatti estremamente efficace per creare un clima positivo e volenteroso in azienda.
Non c’è nulla di più gratificante, infatti, dell’essere utili nelle proprie mansioni, ma al contrario, l’emarginazione prodotta da una società che cambia il proprio modo di comunicare, può arrivare a generare un grande senso di frustrazione se non si gestiscono al meglio le trasformazioni nel tempo. Attuare piani che riguardano la digital transformation permette quindi a tutti di essere più produttivi ed inserirsi in un team il cui mindset è volto al continuo miglioramento di se stessi e dell’azienda.
- Come ridurre il digital divide in azienda (money.it)