I nostri cugini animali, filologicamente più vicini a noi dormono circa 9 ore e mezza su 24. Tante scimmie non sono quasi mai sveglie: dormono per 17 ore al giorno. David Samson chiama questa discrepanza il paradosso del sonno umano. “Com’è possibile che dormiamo meno di tutti i primati?” si è chiesto Samson.  A supporto di questa stranezza c’è anche il fatto che un modello predittivo del sonno dei primati, basato su fattori quali la massa corporea, dimensioni del cervello e dieta, ha concluso che gli esseri umani dovrebbero dormire proprio 9,5 ore su 24, non sette.
Le ragioni delle nostre strane abitudini di sonno sono ancora oggetto di dibattito, ma probabilmente possono essere ricercate nella storia della nostra evoluzione.
Milioni di anni fa, i nostri antenati vivevano e, probabilmente, dormivano sugli alberi. Gli scimpanzé di oggi e altre grandi scimmie dormono ancora in letti o piattaforme costruite su alti arbusti. Il punto in comune è che dormono circondati da altri animali, spesso rumorosi.

David Samson, dell’Università di Toronto, sostiene che i nostri problemi di sonno potrebbero avere a che fare con lo stress o con ritmi circadiani sfasati. Quando fatichiamo a prendere sonno, potremmo avere uno squilibrio tra il modo in cui ci siamo evoluti e il modo in cui viviamo ora. “In pratica siamo isolati e questo potrebbe influenzare il nostro sonno”, spiega Samson.

A questo punto si è anche arrivati alla conclusione che l’insonnia è, in realtà, un’ipervigilanza, un superpotere evolutivo. “Probabilmente si trattava di un comportamento adattativo quando i nostri antenati dormivano nella savana”.

“Le cosiddette ipotesi del sonno sociale propongono che le caratteristiche attuali del sonno umano siano emerse a causa della costruzione di nicchie sociali e tecnologiche. In particolare, i luoghi del sonno funzionano come un tipo di rifugio sociale. Il sonno breve, di alta qualità e con tempi flessibili è probabilmente nato come risposta ai rischi di predazione durante il sonno terrestre. Questa pratica potrebbe essere stata un preadattamento necessario per la migrazione dall’Africa e per la sopravvivenza in nicchie ecologiche che penetrano in latitudini con le maggiori variazioni stagionali di luce e temperatura del pianeta”, scrive Simon nel suo studio.

 

  • The Human Sleep Paradox: The Unexpected Sleeping Habits of Homo sapiens. (annualreviews.org)