L’analisi dei più antichi resti di cibo carbonizzato dimostra che quella di preparare delle cene gustose e variegate è un’abitudine che risale ad almeno 70.000 anni fa

Quando si pensa agli uomini del paleolitico, lo stereotipo è quello che vede persone che mangiano ingredienti crudi o che magari si limitano a cuocere pezzi di carne sul fuoco. Ma il nuovo studio dell’Università di Liverpool ha dimostrato che, sia l’uomo di Neanderthal che l’Homo sapiens, seguivano diete complesse che prevedevano diverse fasi di preparazione e si impegnavano a condire e a utilizzare piante dai sapori amari e pungenti.

Questo grado di complessità culinaria non è mai stato documentato prima per i cacciatori/raccoglitori del Paleolitico. I primi resti di cibo vegetale provenienti da un sito di cacciatori in Giordania, risale approssimativamente a 14.400 anni fa, come riportato nel 2018. Le prove si basano su frammenti di alimenti vegetali preparati (si pensi a pezzi di pane bruciati) trovati in due grotte. A occhio nudo, o con un microscopio a bassa potenza, sembrano briciole o pezzi carbonizzati, con frammenti di semi. Ma un potente microscopio elettronico a scansione ha permesso di vedere i dettagli delle cellule vegetali, tra questi, la senape selvatica e il terebinto (pistacchio selvatico) mescolati agli alimenti.

La ricetta paleolitica

Secondo i ricercatori, le persone che vivevano in queste grotte aggiungevano i semi a una miscela che veniva riscaldata con acqua durante la macinazione, la pestatura o lo schiacciamento delle sementi ammollate.

La maggior parte delle miscele di legumi selvatici era caratterizzata da miscele dal sapore amaro. Nella cucina moderna, questi legumi vengono spesso messi a bagno, riscaldati e decorticati per ridurne l’amarezza e le tossine. I resti antichi che abbiamo trovato suggeriscono che gli esseri umani hanno fatto questo per decine di migliaia di anni. Quindi, si può tranquillamente parlare di uso di legumi pestati come ingrediente di uso comune in alimenti vegetali cotti unito all’uso di piante dal sapore amaro e astringente come elemento chiave delle cucine paleolitiche dell’Asia sud-occidentale e del Mediterraneo orientale.