Anime Factory, dopo il grande successo delle anteprime di novembre e a Lucca Comics and Games, porterà nei cinema italiani One Piece film: RED il primo dicembre: il film, diretto da Goro Taniguchi e prodotto da TOEI Animation, è l’attesissimo nuovo lungometraggio animato basato sul manga dei record di Eiichiro Oda. Vi presentiamo oggi uno spot inedito e l’intervista ufficiale a Goro Taniguchi, regista della pellicola.
Come si è sentito a dirigere nuovamente One Piece?
Sono rimasto davvero sorpreso quando ho ricevuto l’offerta per la regia One Piece. Erano passati più di vent’anni da quando avevo diretto la prima versione animata di One Piece. Non ero sicuro che fosse davvero giusto per me essere il regista. Quindi, ho chiesto al produttore di avere conferma del
pensiero dell’autore, il signor Oda, e anche di ottenere la sua approvazione. Poi il signor Oda mi ha detto: “Sì, giochiamo”. Chi non vorrebbe andare avanti quando un vecchio compagno di squadra con cui hai lavorato insieme in passato per creare un film ti dice «Giochiamo di nuovo»? Non ho
potuto che rispondere «Certo, mi unirò alla squadra e giocherò insieme» Questo è il modo in cui lo avremmo fatto e così è stato.
Come è stata l’atmosfera nel team di produzione?
L’apparato produttivo di “One Piece film: RED” è sempre stato in pieno svolgimento. Uno
dopo l’altro, gli animatori si sono riuniti per crearlo e anche i designer. Lo stesso è stato per il
team artistico, CG, di musica e fotografia, dove molti professionisti hanno unito le forze per
lavorare al film. Non è un film d’animazione ordinario, dato che è stato creato da talenti rari
dell’industria dell’animazione giapponese. Lo abbiamo fatto con staff e cast legati alla storia
originale di One Piece.
Le opere che lei realizza sembrano avere messaggi sociali. Quale ideologia è alla base di questo film?
In realtà, come creatore, credo che cercare di inserire una cosa del genere di proposito sia qualcosa che non dovremmo fare. Perché se le cose non vanno bene, la mia ideologia può interferire e distorcere il mondo di One Piece. Ho lavorato in ogni mio lavoro con questo in mente. Penso che se affronto l’argomento nel modo più serio possibile, la risposta in quel momento probabilmente mostra la mia ideologia come risultato. Per me, questo è il modo ideale per inviare un messaggio. Lo stesso è valso per «Planetes», il film basato sull’originale, e anche per «Code Geass», basato sull’animazione originale. Non ho iniziato con l’idea di far trasparire un’ideologia, ma come risultato del passare il tempo a cercare di affrontare correttamente i soggetti, penso che una qualche forma di ideologia sia rimasta. Il fatto che abbia diretto One Piece per la prima volta 20 anni fa significa che mi guardo indietro e penso a cosa abbia significato One Piece per me. Il film “RED” è la risposta data da questo processo. Il mio obiettivo principale era quindi quello di realizzare un film che gli spettatori possano comprendere appieno e godersi One Piece
anche se guarderanno solo questo singolo film. Voglio davvero che molte persone guardino questo film.
Questo film è la storia di Eiichiro Oda che ha lottato da solo per più di 20 anni al top dell’industria manga, e anche la storia di me stesso che sono stato coinvolto in vari lavori nell’industria degli anime. Spero che sarete testimoni della nostra storia.
Quale è per lei il più grande fascino di One Piece?
Penso che sia la durezza del mondo. Un mondo non gentile. Nel mondo di One Piece, ci sono momenti in cui non importa quanto duramente Luffy ci provi, le cose non vanno bene. Questo è il motivo per cui ogni personaggio lotta per come superare quel tipo di situazione difficile. Tutti stanno lottando per vivere contro un tale destino. Il mondo non sempre funziona come vorresti. Non sarà come vorresti che fosse, ma tutti desiderano realizzare i loro sogni e mantenere le loro convinzioni attraverso di esso, anche se solo un poco. Questo è il One Piece a cui penso. Pertanto, ovviamente, Uta dovrà sopportare quel destino nel film. Perché è così che sento che One Piece dovrebbe essere.
Quando oltre vent’anni fa ha animato per la prima volta One Piece, qual è stata la cosa più memorabile di cui ha parlato con il Maestro Eiichiro Oda?
A quel tempo, c’era una catena economica di Izakaya alla stazione più vicina al posto dove il signor Oda lavorava, e ci siamo andati per cena. Lì mi ha improvvisamente domandato: «Quanti film fanno i registi di animazione nella loro vita?». A quel tempo, gli ho risposto qualcosa come «Ho appena iniziato a fare il primo, quindi non lo so affatto. Immagino che cinque sarebbe un numero soddisfacente, ma voglio farne più di dieci».
Quando ho ribaltato la domanda sul numero di opere di un mangaka, il signor Oda ha risposto che avere One Piece era sufficiente per lui. Ha detto che voleva continuare il mondo di One Piece il più a lungo possibile e voleva anche espandere la storia. In altre parole, ha detto che non se ne sarebbe pentito se il suo lavoro fosse finito solo con questo progetto. Quando l’ho sentito, mi sono reso conto che la mentalità per quanto riguarda i tempi è diversa tra l’artista di serie manga e le persone coinvolte nell’animazione. Prima di parlare con lui, avevo ancora una vaga idea del mio futuro, di quando sarei andato in pensione, e di quanti film e quanti altri anni sarei stato in grado di gestire durante la mia carriera, ma parlare con lui mi ha aiutato a visualizzare il tutto e il mio obiettivo si è fissato nella mente in quel momento.
Per me, è stato bello sapere che la mia visione è stata definita mentre stavo cercando di affrontare la prima regia di un anime. Allo stesso tempo, sono riuscito ad avere un’idea migliore di quanto profondamente gli artisti manga fossero dediti al loro lavoro e di come i loro manga rappresentino le loro stesse vite e siano un pilastro importante di esse; inoltre come creatore di animazione che si basa sul loro lavoro originale, ossia le loro vite, sono stato in grado di capire quanto fosse profondo e cosa significasse. Ha significato molto per me. A quel tempo il signor Oda stava ancora creando o stava per pubblicare il volume 3, a giudicare dal numero di volumetti. One Piece aveva già iniziato a guadagnare popolarità, ma nessuno sapeva cosa sarebbe successo in futuro. Anche dopo che io ho lasciato One Piece, la serie è continuata naturalmente e la velocità dell’effettiva story-line si è fortemente dissociata da quanto era stato pianificato, come l’entrata nella Rotta Maggiore. La storia va avanti molto lentamente. Ma oggi posso pensare in positivo, e che il signor Oda lo abbia fatto come risultato del tentativo a modo suo di non rimpiangere la sua vita. Ho imparato a conoscere gli ideali e la realtà dell’essere un creatore. Per questo motivo, penso che per me sia stato molto importante e meraviglioso dirigere allora quel primo One Piece che mi ha permesso di dialogare con il signor Eiichiro Oda.
Questa la sinossi di One Piece Film: RED:
Uta, la cantante più amata del mondo, la cui voce è stata definita “ultraterrena”, è famosa anche perché nasconde un grande segreto: Uta è la figlia di Shanks il Rosso, leggendario corsaro! Ora, per la prima volta in assoluto, ha deciso di svelare il suo volto al mondo durante un concerto dal vivo.
L’arena del concerto, che si tiene sull’isola di Elegia, si riempie di tutti i suoi fan, compresi i famigerati pirati, esponenti della Marina nonché i membri della ciurma di Cappello di Paglia guidati da Luffy, tutti decisi a godersi questa performance canora attesissima. Il concerto inizia ed il pubblico scopre che l’eccezionale potere della voce di Uta nasconde un pericolo che potrebbe cambiare il mondo. Toccherà quindi a Luffy e a Shanks mettersi in azione. Tra tanti colpi di scena, la battaglia per la libertà sta per avere inizio.
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