Il Sudafrica è uno dei principali Paesi emettitori di gas serra e ha ricevuto dalla Banca Mondiale 497 milioni di dollari per la conversione di una delle sue vecchie centrali elettriche a carbone.
L’80% dell’energia prodotta dalla prima potenza industriale dell’Africa deriva dal carbone, una materia prima fondamentale per l’economia del Sudafrica e che da lavoro a quasi 100mila persone. L’azienda statale Eskom, però, non è in grado di produrre energia elettrica in quantità sufficiente, in particolare a causa degli impianti che hanno un’età media di circa 41 anni e con una manutenzione scarsa.
I 497 milioni sono stati elargiti dalla Banca Mondiale in forma di prestiti e sovvenzioni allo scopo di convertire la centrale elettrica di Komati, chiuso definitivamente dopo 60 anni di attività. Questo impianto consumava ben 12mila tonnellate di carbone ogni giorno producendo il doppio dell’energia elettrica prodotta da tutti gli altri impianti presenti nel Paese.
La trasformazione della centrale di Komati servirà da esempio per la transizione energetica e verrà convertito in un sito di produzione di energia da fonti rinnovabili dove saranno installati 150MW di energia solare, 70MW di energia eolica e 150MW di batterie di accumulo.
Lo scorso anno il Sudafrica ha ottenuto prestiti e sovvenzioni per 8,5 miliardi di dollari per finanziare la transizione energetica, anche se, secondo la Banca Mondiale, il Paese necessita di almeno 500 miliardi di dollari per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.