Proteina C reattiva: la lettura di un suo valore elevato

proteina C reattiva

La proteina C reattiva è una proteina specifica del nostro corpo che segnala qualcosa che sta avvenendo nell’organismo. Quando i valori di tale proteina sono elevati, infatti, significa che il corpo sta vivendo una situazione di pericolosità. In questo caso, quindi, la proteina viene prodotta per poter riuscire a fronteggiare questa situazione di pericolo o minaccia.

Sicuramente questa è una spiegazione che aiuta a comprendere, in parte, di cosa si tratta. Nell’articolo che segue sono dunque presenti tutti gli approfondimenti che aiutano a comprendere meglio e indicano cosa occorre sapere al riguardo. Molto probabilmente, dopo la lettura di quest’articolo, si saprà molto di più su questa proteina e su ciò che vi ruota attorno, in termini di cause e trattamenti.

Proteina C reattiva: di cosa si tratta?

Come è stato accennato e come suggerisce il nome, la proteina C reattiva è proprio una proteina del nostro corpo. Essa viene prodotta specificatamente dal fegato. Lo scopo per cui viene prodotta è chiaro: segnala una difficoltà che il corpo vive o sta vivendo. Di solito la difficoltà è rappresentata in particolare da un’infiammazione. Questa proteina, infatti, viene prodotta subito dopo che il processo di infiammazione è iniziato, dopo circa due ore dal suo inizio.

Tale produzione avviene sia nel caso di un’infiammazione lieve sia nel caso di una vera e propria gravità. Dove viene rilasciata? Tale proteina viene rilasciata nel sangue ed infatti il suo valore si può conoscere anche tramite le analisi del sangue. In questo caso, quindi, ci sarà proprio un valore che indicherà la presenza o meno dell’infiammazione.

Al fine di comprendere la presenza dell’infiammazione e capire come va interpretato il valore, bisogna partire dalla conoscenza di base riguardo questa proteina. Di solito la quantità normale presente nel sangue è molto bassa. In generale diviene “problematica” quando supera gli 8 Mg/L.

Chiaramente, se il valore supera gli 8 Mg/L vuol dire che l’infiammazione è presente. In ogni caso, il tutto diviene preoccupante se il valore supera i 40 Mg7L; in quel caso l’infiammazione può essere grave. Il massimo che può raggiungere è di circa 200 Mg/L.

Verrebbe da chiedersi come mai questi valori possono diventate così alti. Di solito, questi valori elevati sono dovuti a infezioni batteriche ad esempio per via di interventi chirurgici, ma non solo. Tra poco si cercherà di capire meglio questo aspetto.

Le cause dell’aumento della proteina C reattiva

Come è stato accennato poc’anzi, tale proteina di solito aumenta quando è in corso un’infiammazione. Ovviamente, però, quest’indice di per sé non dà notizie circa la natura dell’infiammazione stessa. L’aumento, ad esempio, può essere dovuto a bronchiti o polmoniti o anche al diabete di tipo 2. Altre cause possono essere rappresentate da ustioni, interventi chirurgici o anche setticemia.

Ma non finisce mica qui. L’aumento della proteina può essere dovuto a pancreati, tubercolosi, tumori, infarti o a patologia autoimmuni come il lupus. Insomma, come si può vedere, le cause possono essere davvero varie ed è per questo che, nel caso di valori elevati, bisogna effettuare esami approfonditi. Solo in questo modo si potrà sapere qualcosa in più e non incorrere in falsi allarmi.

Come misurare e come abbassare la proteina C reattiva

Ora si parlerà di un altro aspetto altrettanto importante: la misurazione di questa proteina. Come avviene? La proteina C reattiva di solito viene misurata grazie al prelievo di sangue che poi viene analizzato. In questo caso, però, non bisognerà digiunare prima del prelievo e le quantità di sangue prelevate saranno minori.

Una domanda comune è “come si abbassa questo valore?”. Importante è partire dalla consapevolezza che, quando si presenta quest’eventualità, bisogna affidarsi al medico e comprendere come agire. Il fai da te in questo caso non è per nulla consigliabile. Occorre sempre rivolgersi ad un esperto affinché ci indirizzi bene.

Importante, inoltre, è eseguire i vari esami di approfondimento così che il medico possa agire con la diagnosi. Ad esempio, se è presente un’infiammazione bisognerà agire con una cura antibiotica o farmaci specifici.

Consigli per la prevenzione

Se si vuole agire in un’ottica di prevenzione, bisogna anche saperlo fare. Per evitare che tutto ciò accada, importante è giocare d’anticipo, cercando quindi di fare attenzione e avere uno stile di vita sano, per quanto possibile. Da evitare il fumo e l’abuso di alcolici.

Inoltre, è fondamentale cercare di gestire ottimamente l’alimentazione in quanto l’obesità può aumentare il livello di questa proteina. A ciò deve essere associata anche l’attività fisica, anche solo per mezz’ora al giorno: insomma, ci sono azioni quotidiane che possono davvero fare una grande differenza. Altro elemento da tenere sotto controllo è sicuramente la pressione sanguigna in quanto, spesso, tale proteina è legata a malattie cardiovascolari.

 

 

Trapianti di fegato: Italia leader in Europa, sopravvivenza in aumento
Trapianti di fegato: Italia leader in Europa, sopravvivenza in aumento
Malattia di Carolì: patologia rischiosa per il fegato
Malattia di Carolì: patologia rischiosa per il fegato
Tumore al fegato: ecco come predirlo
Tumore al fegato: ecco come predirlo
Fegato: trapianto collegato al cuore salva una bambina
Fegato: trapianto collegato al cuore salva una bambina
Fegato: ecco gli alimenti che lo aiutano
Fegato: ecco gli alimenti che lo aiutano
Tumore al fegato: arriva una nuova terapia
Tumore al fegato: arriva una nuova terapia
Le parti del corpo rispondono in maniera indipendente ai ritmi circadiani, ora è una certezza
Le parti del corpo rispondono in maniera indipendente ai ritmi circadiani, ora è una certezza