In occasione di un’intervista con Eurogamer, il N.1 della divisione monetizzazione di Twitch, Mike Minton, ha difeso la controversa scelta di rivedere la ripartizione delle entrate delle donazioni, passate da un rapporto 70/30, favorevole agli streamer, alla nuova suddivisione 50/50.
Voglio che sia molto chiaro che io e la mia squadra abbiamo lavorato a lungo, al 100% delle nostre forze, per garantire e migliorare la capacità degli streamer di generare reddito. Abbiamo dovuto prendere una decisione che assicuri la tenuta a lungo termine di questo sistema, in modo che tutti possano guadagnare di più e che anche la prossima generazione di streamer possa avere le stesse opportunità della vecchia guardia.
Abbiamo davvero esaminato ogni opzione sul tavolo. Ci siamo chiesti: ‘possiamo davvero offrire a tutti la suddivisione 70/30 in modo ampio e indiscriminato?’ La risposta è no. Semplicemente Twitch non può farlo, non senza compromettere la sua esistenza sul lungo termine
ha spiegato il dirigente di Twitch.
«Amazon si aspetta che Twitch si regga sulle sue gambe, prosperando come azienda indipendente ed economicamente sostenibile»
Mike Minton ha anche chiarito i rapporti tra Twitch ed Amazon. È vero che la piattaforma è di proprietà del colosso dell’e-commerce, ma è altrettanto vero che agisce ed ha il compito di comportarsi come un’azienda completamente indipendente. «Amazon si aspetta che Twitch possa prosperare finanziariamente con le sue gambe, come un’azienda indipendente e sostenibile», ha aggiunto.
Il dirigente ha anche ricordato che il funzionamento della piattaforma impone dei costi estremamente importanti. «L’altro fattore è il costo dello streaming live», spiega. «Fornire video ad alta definizione e bassa latenza disponibili a livello globale su Internet ha, molto semplicemente, dei costi esorbitanti ed è su questo che si basa il nostro rapporto di partnership con gli streamer». Insomma, per così dire, non esistono pasti gratis. Nemmeno su Twitch.