Una collaborazione tra scienziati e musicisti ha scoperto che nel canto dell’uccello beccaio golanera l’ordine sintattico è legato molto al ritmo. Il loro legame assomiglia molto a quello umano. Uno studio australiano ha rivelato come fra uomo e uccello ci siano più cose in comune di quanto si pensi.
In esame è stato preso il beccaio golanera perché ha il canto più complesso e particolare fra tutti gli uccelli. Il suo canto assomiglia a un flauto magico. Le sue melodie cambiano a seconda della parte del continente e ogni canzone è diversa per ogni differente popolazione. Esistono tre tipi di canto relativi a questo uccello: il canto diurno, il più comune e cantato da singoli uccelli o da coppie. C’è la canzone sussurrata, usata quando il tempo è umido o ventoso. Poi, infine, c’è il canto durante la riproduzione, dove il beccaio canta di notte fino all’alba. Ha performance più lunghe e complicate per far colpo sulle femmine.
I ricercatori australiani hanno preso in esame la musica umana e i canti del beccaio bianconero vedendo una cosa in comune. Quest’ultima è legata ai codici di linguaggio che si uniscono al ritmo musicale. I codici di linguaggio sono la sintassi delle canzoni, essa viene studiata con la teoria dell’informazione.
Un modo per decifrare il linguaggio canoro di questi animali. In sintesi, l’ordine cronologico degli elementi della canzone è legato in modo stretto al ritmo. Una vera e propria musica scritta sul pentagramma. In futuro musica e scienza si uniranno di nuovo per dare conferma e ulteriore approfondimento in tema, studiando ancora meglio il comportamento degli uccelli canori.