Nel distretto indiano di Umaria nel Madhya Pradesh, luogo dove è situata la riserva del Bandhavgarh, regione rimasta inesplorata da circa un secolo, sono stati ritrovati reperti di ogni genere: templi buddisti perduti, grotte inesplorate e iscrizioni murali in Brahmi, Shankhalipi e Nagari. La scoperta è avvenuta ad opera dell’ASI (Servizio Archeologico dell’India).
I resti delle strutture buddiste sono stati i ritrovamenti più sorprendenti a detta degli archeologi. I quella regione un tempo viveva una dinastia indù e la presenza di questi templi suggerisce agli esperti una pacifica convivenza religiosa.
Anche le 24 iscrizioni risalenti a un periodo che va dal II al V secolo d.C.. Alcune di queste riportano nomi di importanti sovrani quali Maharaja Shri Bhimsena, Maharaja Pothasiri e Maharaja Bhattadeva, ma anche Pavata, Vejabharada, Sepatanaairikaa. Sono state documentate anche 26 grotte, altrettanti templi, 2 monasteri, 2 stupa e 46 sculture.
A sorprendere i ricercatori sono stati i nomi di alcune città antiche come Mathura e Kaushambi situate in una regione lontana da Bandhavgarh, nell’Uttar Pradesh, facendo pensare che tra le regioni ci fossero dei legami commerciali. Curioso è stato anche il ritrovamento di giochi da tavolo, resti di porte e celle con letti di pietra e monete appartenenti all’era Mughal e alla dinastia Sharqi del Sultanato di Jaunpur.