Il registro delle opposizioni? Un flop, o quasi. Lo denuncia il Codacons, sostenendo che circa la metà degli iscritti continuerebbe a ricevere telefonate di telemarketing. In parte si spiegherebbe con il fatto che il registro non è ancora a pieno regime, tant’è che molti operatori non si sono ancora accreditati sulla piattaforma ufficiale.
Ma non solo. Il problema dipende da diverse cause. La prima e più banale è che il registro delle opposizioni non consente un rifiuto al telemarketing perpetuo, ma si limita a certificare che ad una certa data l’utente ha disposto di non ricevere più proposte commerciali via telefono. Peccato che se lo stesso utente, in una data successiva, fornisce l’autorizzazione al trattamento dei suoi dati, è quest’ultima volontà – magari fornita sprovvedutamente – ad avere la precedenza. Insomma, basterebbe flaggare la casella sbagliata mentre ci si registra ad un sito internet per autorizzare nuovamente i call center a chiamarci.
L’altro problema – più grave perché colpisce tutti e perché attualmente irrisolvibile – è che la legge si applica esclusivamente ai call center che hanno sede in Italia, mentre non vale per i call center con sede all’estero. Tra Albania, Regno Unto e via dicendo sono moltissimi e, inutile dirlo, dopo l’entrata in vigore del registro delle opposizioni sono destinati a moltiplicarsi nel tempo.
E tutto questo ad essere buoni, ossia immaginando un mondo fatato dove i call center si limitano ad obbedire alla legge senza vessare illegalmente gli utenti. Nel mondo reale esistono degli escamotage, che vengono sistematicamente utilizzati da alcuni call center pirati per aggirare il registro: esistono gli operatori non iscritti al Roc, ad esempio, ma anche call center che utilizzano dei software per generare un gran numero di numeri usa e getta, non rintracciabili e quindi in grado di proteggere l’operatore da sanzioni.
Il Codacons ha documentato il tutto in un dossier, che è già stato consegnato al Garante. Curiosamente, il faldone si preoccupa anche di stilare una piccola classifica degli scocciatori: il 30% delle telefonate indesiderate arriva dalle società telefoniche, seguono luce e gas, con il 29,2%, e quindi, con il 25%, le aziende che offrono servizi di trading online.