Il riscaldamento globale sempre più veloce smuove la preoccupazione sul destino di alberi e foreste. Queste ultime sono quasi un terzo delle terre emerse del pianeta. Le foreste ospitano l’80% della biodiversità terrestre. Inoltre, hanno tante diverse funzioni utili per l’acqua, il suolo, l’aria, il clima e la protezione idrogeologica. Infine, certamente non meno importante, anche per l’erogazione di prodotti forestali legnosi e non legnosi. Le foreste rappresentano tre quarti di biomassa terrestre e sono associate al bilancio del carbonio atmosferico.

Le foreste come le specie di alberi e ogni altro ecosistema terrestre sono molto sensibili al clima. La crisi climatica è troppo veloce, mentre l’orologio biologico e genetico degli alberi è più lento. Esistono tre possibili destini per le popolazioni forestali e per gli “alberi fuori foresta” (residui di boschi). La prima possibilità è la migrazione per seguire le nicchie ecologiche che si spostano. La seconda opzione è l’adattamento alle condizioni attuali. La terza e ultima l’estinzione locale.

Sorgono però spontanee alcune domande. Le popolazioni naturali di alberi delle foreste saranno capaci di abituarsi o migreranno veloci stando al passo con i cambi del clima? La loro genetica sarà sufficiente per consentire l’adattamento? Quale sarà il tasso di estinzione locale e globale delle foreste? Quale aiuto possono dare i risultati degli esperimenti nel settore o gli aggiornamenti in rapida crescita per l’adattamento al clima?

Per rispondere a tali domande bisogna avere conoscenze approfondite su campi differenti come genetica ed ecologia. Una possibilità è la migrazione assistita, ovvero lo spostamento assistito dall’uomo di piante (e anche animali) verso habitat climaticamente più adatti. Inoltre, ci sono metodi efficaci per il trasferimento dei semi con lo scopo di introdurre nuovi alberi da semi provenienti da aree geografiche specifiche. La migrazione assistita può alleviare parte dei rischi portati dal cambio del clima relativi a salute, biodiversità e produttività degli alberi. Dall’altra però comporta possibili rischi in associazione all’impatto delle specie introdotte sull’ambiente ospitante.

Esistono tre tipi di migrazione assistita. Il primo tipo è la migrazione assistita della popolazione arborea dentro la zona di distribuzione potenziale di una specie. Il secondo è l’espansione assistita delle specie verso aree poco al di fuori dell’area stabilita. Il terzo è la migrazione assistita a lunga distanza verso zone al di fuori dell’area stabilita. In poche parole, la migrazione assistita è quindi una sorta di strategia di adattamento al cambiamento climatico. Inoltre, anche un’utile opzione di conservazione per specie e popolazioni a rischio indotto dal clima.