I ricercatori hanno fatto la scoperta di questa nuova specie, il panda europeo, grazie a due denti fossili custoditi nel Museo Bulgaro di Storia Naturale. Le dimensioni dell’animale sono simili al celebre orso bianco e nero odierno. Anche se la sua alimentazione non è fondata solo sul bambù. Ha un dente da macellaio superiore e un canino superiore che sono stati in origine catalogati da Ivan Nikolov, paleontologo. Poi aggiunti alla raccolta di fossili del museo portati alla luce in Bulgaria. La nuova specie è stata chiamata Agriarctos Nikolovi in onore dello studioso.

I depositi di carbone, dove sono stati trovati i denti, suggeriscono che l’antico panda abitasse regioni boscose e paludose. All’epoca aveva una dieta vegetariana. Sicuramente la convivenza insieme ad altri predatori lo ha spinto verso il vegetarianismo. I denti dell’A. Nikolovi rappresentavano un’ampia difesa contro i predatori. Gli autori della ricerca pensano che il panda si sia estinto per cambiamenti climatici. Il perché forse è dovuto alla “crisi di salinità messiniana”. Un evento in cui il bacino del Mediterraneo si prosciugò, alterando in modo importante gli ambienti terrestri circostanti.

 

I panda giganti sono un gruppo di orsi molto specializzato. È probabile che il cambiamento climatico alla fine del Miocene nell’Europa meridionale, che ha portato all’aridificazione, abbia avuto un effetto negativo sull’esistenza dell’ultimo panda europeo.

Nikolai Spassov, ricercatore dello studio

 

 

L’antico gruppo di animali è conosciuto per il suo unico rappresentante vivente, ovvero il panda gigante. In passato l’animale popolava Europa e Asia. Lo sviluppo della specie quindi potrebbe essersi sviluppato in Europa e poi essere arrivato dopo in Asia. Qui si sono diffusi gli antenati di un’altra specie, Ailurarctos. Poi l’evoluzione successiva nell’Ailuropoda, il panda gigante moderno.