Analizzando la parola demofobia sappiamo che vuol dire “paura della folla”. Insomma, l’ansia che si prova nei luoghi affollati, a volte è associata ad agorafobia e claustrofobia. Meglio però non confondere questi termini. Tra demofobia e agorafobia la differenza è il numero delle persone che popolano il posto di cui si sta parlando. La demofobia tratta di qualcuno che si sente paralizzato alla sola idea di trovarsi in mezzo alla gente.

Nel caso di demofobia più grave succede che la persona evita di uscire con gruppi di amici e situazioni al chiuso, isolandosi dal mondo. Di solito chi soffre di questa fobia è una persona timida, schiva, riservata e all’apparenza snob per i continui rifiuti ad uscire con amici. I sintomi di demofobia possono essere a livello fisico, cognitivo o comportamentale. Si tratta di perdita dei sensi, pupille dilatate, vertigini, mal di testa, palpitazioni. Inoltre, si possono aggiungere anche aumento della frequenza cardiaca, tensione muscolare, nausea e attacchi di panico. Possono presentarsi anche mal di stomaco, tremori, vomito, sudorazione, agitazione, fiato corto, sensazione di soffocamento e molti altri sintomi legati allo stato d’ansia.

Le cause di questa fobia non sono note, possono essere legate a un trauma d’infanzia in un luogo affollato o durante un incidente. Il primo passo per una terapia è ammettere il problema e riuscire ad affrontarlo. Successivamente rivolgersi a uno psicoterapeuta sarà essenziale per comprendere la paura e combatterla. Si dovranno iniziare a frequentare gruppi di persone sempre più grandi per poi gradualmente arrivare alla folla tanto temuta. Si può tenere anche un diario del proprio malessere tramutando impotenza e limiti in input per uscire dalla fobia. In alcuni casi serve anche una terapia farmacologica.