La mente umana non può stare sveglia dopo mezzanotte

persona che cammina di notte

Durante la notte i pensieri negativi fanno venire voglia di desiderare una sigaretta o fare un pasto ricco di carboidrati. La mente umana di notte quando è sveglia ha un comportamento diverso. Dopo la mezzanotte, le riflessioni negative hanno più fascino e l’inibizione cade. Ecco che alcuni ricercatori muovono la loro ipotesi chiamata “Mind After Midnight”. In pratica, una tesi dove corpo e mente umani hanno un ciclo naturale di 24 ore che influenza le nostre emozioni e il nostro comportamento.

Il giorno il cervello è come una radio sintonizzata sulla veglia, mentre di notte la nostra abitudine è quella di dormire. Dal punto di vista evolutivo gli umani, un tempo, di notte avevano maggior rischio di diventare prede. Ecco che grazie a questo motivo l’uomo è più attento agli stimoli negativi durante la notte. Se prima poteva essere un aiuto, ora questa iper-concentrazione sul negativo nutre un sistema detto di ricompensa/motivazione alterato. Così da rendere una persona particolarmente propensa a comportamenti di rischio, a cui si aggiunge la perdita di sonno.

Gli studiosi utilizzano due esempi per illustrare la loro tesi. Il primo è un dipendente da eroina che gestisce bene le sue voglie di giorno, ma di notte no. Il secondo esempio è uno studente universitario che soffre d’insonnia accumulando disperazione e solitudine per le numerose notti insonni. Ecco che su entrambi i casi possono incidere maggiormente suicidio e autolesionismo notturni.

 

Il suicidio, precedentemente inconcepibile, emerge come una fuga dalla solitudine e dal dolore, e prima che i costi del suicidio siano considerati, lo studente ha acquisito i mezzi ed è pronto ad agire in un momento in cui nessuno è sveglio per fermarli.

Autori dell’ipotesi “Mind After Midnight”

 

 

Le sostanze pericolose e illecite, inoltre, vengono assunte in quantità maggiore di notte. Parte di questi comportamenti potrebbero avere una spiegazione nei cambiamenti neurologici notturni. Studiare meglio tali fattori potrà proteggere meglio le persone più a rischio dalla veglia notturna. Per ora, la mente, addormentata o sveglia che sia, dopo la mezzanotte resta un mistero.

 

 

 

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