Incontro con Marco Leonardi al Magna Graecia Film Festival: “la mia parte in Padre Pio sarà oscura”

Incontro con Marco Leonardi al Magna Graecia Film Festival

Per chi non lo sapesse Marco Leonardi è nato in Australia da padre e madre calabresi di Locri, in provincia di Reggio Calabria, all’età di quattro anni si è spostato in Italia insieme alla famiglia, che era emigrata alla ricerca di lavoro. Dopo l’esordio in La sposa era bellissima, ultima regia cinematografica di Pál Gábor, è diventato noto per il film, premiato con l’Oscar, Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore e, successivamente, per la pellicola messicana Come l’acqua per il cioccolato (1992) di Alfonso Arau.

Nel 1989 ha partecipato al film Scugnizzi, di Nanni Loy, dove ha interpretato il ruolo di Salvatore Savastano. Nel 2007 ha interpretato Diego Armando Maradona nel film Maradona – La mano de Dios di Marco Risi; ha lavorato inoltre nella fiction di canale 5 Il capo dei capi.

Protagonista dell’incontro, l’attore Marco Leonardi, che si racconta davanti alla platea del chiostro del San Giovanni, stimolato dalle domande di Antonio Capellupo, con i suoi occhi neri e profondissimi pieni di vitalità. Leonardi e la sua anima calabrese ha una carriera che lo ha portato a recitare, tra gli altri, anche in film pluripremiati, la produzione d’autore e serie televisive grande successo, è infatti originario di Locri.

Tra gli episodi più divertenti che ha raccontato, tornando in Calabria per vacanze, scopre che dalle sue parti che stanno girando un film.

E io non ne sapevo niente? Ho rincorso il regista per 70 chilometri, e mi sono preso la parte: il regista era Francesco Munzi e il film era Anime Nere. Non mi potevo certo perdere un’occasione del genere! Dovevo partecipare a un film della mia terra.

Quegli occhi marroni dalla grande espressività e la carnagione olivastra sono caratteristiche stati ideali e il fisico del ruolo per interpretare al meglio i ruoli che durante la carriera gli sono stati affidati da registi italiani e stranieri. In un piacevole amarcord, ripercorre le tappe che lo hanno portato a recitare nel film di Abel Ferrara che racconta la storia di Padre Pio.

La carriera di Marco Leonardi

Incontro con Marco Leonardi al Magna Graecia Film Festival

Marco Leonardi ha sempre investito molto nel “fare recitazione” e non solo nello studiare vestendo i panni di ragazzi complicati e risucchiati dall’ambiente della malavita – come ne Il coraggio di parlare di Leandro Castellani e in Scugnizzi di Nanni Loy. Ma l’anno spartiacque per la carriera di Marco Leonardi è il 1988: quando ha solo 17 anni viene scelto da Giuseppe Tornatore per entrare nel cast di Nuovo Cinema Paradiso. Quando si dice chi ben comincia è a metà dell’opera no?

Leonardi è molto vivace nel raccontare le sue esperienze sul campo: parla di come è entrato nel cast di così come C’era una volta in Messico di Robert Rodriguez e La figlia del boia di Abele Ferrara. Senza dimenticare Sir Ridley Scott.

Dei film belli, come quelli di Abel Ferrara, non si parla in fila al botteghino, i film belli sono quelli di cui si parla e che si ricordano ancora a distanza di anni. E sono sicuro che la pellicola su Padre Pio in concorso a Venezia quest’anno sarà uno di quei film. Io ho una parte molto particolare nel film e rappresento chi sceglie una strada di tentazioni e dall’altra parte abbiamo Shia LaBeouf che avrà una parte totalmente opposta.

Incontro con Marco Leonardi al Magna Graecia Film Festival

Marco Leonardi non sarà l’unico protagonista della masterclass infatti il 6 agosto un’altra star come Stefania Sandrelli svelerà e racconterà curiosità legate al suo percorso da attrice. Un Festival, il Magna Graecia, che, giunto alla 19esima edizione, rappresenta una realtà consolidata, che contribuisce a rafforzare l’immagine della Calabria nei grandi circuiti mediatici, in linea con la strategia di sistema che la Fondazione Calabria Film Commission promuove con le sue iniziative.

L’arena Porto ha ospitato la terza serata del Magna Graecia Film Festival, aperta dall’intervento di Anton Giulio Grande, presidente della Calabria Film Commission, accolto dal direttore del Festival, Gianvito Casadonte, il qualche ha evidenziato la partnership avviata con l’ente che ha voluto sostenere.

Accolto dall’affetto del pubblico, ha sfilato sul red carpet anche Marco Leonardi che ha ricevuto la Vela del successo di Tommaso Megna. Dopo aver tenuto una splendida masterclass negli scorsi giorni, Leonardi, l’incredibile Maradona di Risi, ha raggiunto l’area portuale. L’attore ha evidenziato il profondo legame con la terra calabrese, terra d’origine dei suoi genitori.

La giovane e scoppiettante madrina Beatrice Grannò ha poi chiamato sul palco il giovane attore Lorenzo Scalzo per discutere del progetto The white Lotus, serie tv HBO di cui sono finite recentemente le riprese.

Un saluto agli spettatori anche Federico Schiavi, autore di Divided Ukraine, film proiettato al chiostro del San Giovanni. Infine, la proiezione del film in concorso “I nostri capitani” è stata preceduta dalla presentazione del regista Alessandro Capitani, già vincitore nel 2019 del Magna Grecia film festival con “In viaggio con Adele”. Mette sempre al centro una parola, tenerezza o dolcezza. I personaggi che hanno racconto questo dono e io cerco di tirarlo fuori. In questo film, c’è un bagliore nascosto nei bambini, i fantasmi che racconto sono i fantasmi dell’anima.

Maradona – La mano de Dios

Ma torniamo al nostro Leonardi, dal 1991 al 1999 è stato compagno dell’attrice messicana Lumi Cavazos, conosciuta sul set di Come l’acqua per il cioccolato: i due hanno lavorato anche nel film Viva San Isidro!. Nel 2000 sul set di Dal tramonto all’alba 3 – La figlia del boia ha conosciuto l’attrice americana Rebecca Gayheart e per un anno i due sono stati legati sentimentalmente. Per più di 10 anni Leonardi ha vissuto a Los Angeles. Tornato in Italia, si è sposato ed è diventato padre di due figli.

Maradona – La mano de Dios è un film del 2007 diretto da Marco Risi, incentrato sulla vita del calciatore argentino Diego Armando Maradona. Questo film è riconosciuto come d’interesse culturale nazionale dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo italiano, in base alla delibera ministeriale del 26 settembre 2005.

Non è stato facile uscire da questo ruolo, non ho un personaggio preferito tra quelli che ho interpretato perché tutti mi hanno dato qualcosa. Interpretare Maradona però è stato speciale mi ha insegnato tantissimo e mi ha portato a un altro livello. Mi sono sentito in difficoltà all’inizio ma poi è venuto tutto molto naturale, l’ho visto come un dono.

Il film inizia con una brevissima sequenza in cui appare un giovanissimo Maradona che, scavalcando un muretto, cade in un pozzo. Salto temporale e la scena rimanda ad una festa in occasione del capodanno dell’anno 2000. In una stanza della villa dove si svolge la festa sono presenti il ​​protagonista, Claudia Villafañe, la moglie del calciatore, e Guillermo Coppola. Maradona prende un’arancia da un cesto posto su un tavolo e, usandola come un pallone, comincia a palleggiare. Spostandosi verso la porta Diego ha un malore.

A questo punto comincia un lungo flashback sulla vita di Maradona, a cominciare da quando è bambino.

Nella prima scena Maradona ha nove anni ed è impegnato a portare l’acqua nella sua casa di Villa Fiorito, passando davanti ad un campo di calcio dove stanno giocando i suoi amici viene invitato a giocare, e lui senza pensare all’incarico assegnatogli dalla sua famiglia abbandona i bidoni e si tuffa nel gioco. Alla fine della partita i bidoni dell’acqua sono scomparsi e il piccolo Diego è costretto a subirne le conseguenze. Subisce l’ira del padre che gli proibisce di giocare a pallone per una settimana, il peggiore castigo che potrebbe capitargli.

Il film prosegue con una nuova sequenza dove Maradona, che si trova ancora nel pozzo, cerca di uscirne, quindi con la sua vita calcistica, dall’Argentinos al Napoli, fino ai Mondiali di calcio 1986, 1990 e 1994.

 

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