Stress: ecco come impedire al cervello di preoccuparsi per il futuro

persona stressata

C’è una categoria di persone che, alla vigilia di un evento importante o di una prova, tendono a catastrofizzare tutto. Se soffri di stress sai benissimo di cosa parliamo. Notti intere a girarsi e rigirarsi, nella spasmodica attesa di essere giudicati l’indomani.

Questa reazione apparentemente senza senso è dovuta all’ansia. Essa è maggiormente sviluppata nei soggetti con la mania del controllo su tutto i quali, di fronte all’incerto, vacillano, cedendo all’agitazione.

Così sono convinti di poter gestire meglio l’imprevisto, prevedendo le possibili conseguenze e i possibili sviluppi negativi di una certa situazione. Nulla di più sbagliato, inutile e persino dannoso: il corpo, sentendosi minacciato da pericoli non reali, va in “protezione”, comportando disturbi d’ansia e conseguenze fisiche.

Non avendo pertanto la certezza di cosa accadrà a una cena galante, a un esame medico o a un colloquio, ogni elucubrazione è vana. Succede però che nell’immaginare la tal situazione futura ci sentiamo in un determinato modo. Proprio questo modo d’essere, questo stato d’animo, andrà per assurdo a influire sulla situazione stessa che vivremo, orientandone gli esiti.

Creare risposte emotive sbagliate

Il rischio è creare delle risposte emotive sbagliate nella nostra testa che andranno a influire in modo determinante su ciò che ci accadrà in futuro. Le persone ottimiste, per esempio, vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, si concentrano per natura sulle novità.

Per loro provare cose nuove non è affatto fonte di stress e preoccupazione, al contrario rappresenta uno stimolo, una nuova possibilità da affrontare con entusiasmo. Il loro realismo, il loro attaccamento a ciò che è vita vera e non pensata, li fa vivere serenamente, con maggior lucidità e concentrazione.

I soggetti ansiosi, al contrario, vedono nero sempre o quasi, concentrati su ciò che va storto e su ciò che li destabilizza, specie se è una novità. Anche per questo tendono a provare meno cose, fossilizzandosi su abitudini e usanze che danno loro certezza (la cosiddetta “comfort zone”).

Il rischio di evitare così di provare cose nuove, piacevoli o addirittura utili è dannatamente reale. Il soggetto si chiude nel suo micromondo di certezze, l’unico a sua detta a rassicurarlo in quanto già lo conosce bene. Se anche tu sei così, non disperare: le neuroscienze ti suggeriscono 4 modi per impedire al tuo cervello di preoccuparsi per il futuro.  

Decidi al mattino

La prima cosa che devi imparare a fare è prendere decisioni al mattino. Questo perché il cervello è maggiormente riposato e quindi lavora con più razionalità e lucidità, cosa che di notte non avviene. Di notte prevale la parte emotiva e di sopravvivenza, pertanto le decisioni notturne sono sempre meno lucide ed efficaci di quelle diurne. Un altro aspetto da considerare è la mancanza di sonno: specie se accumulata tende a farci vedere le cose più minacciose di come sono.

Rendi più compassionevole il tuo aspetto critico

Il ruolo del nostro aspetto critico gioca un ruolo chiave. La catastrofizzazione può spingere la voce che ci giudica a essere troppo severa nei nostri confronti. Questo non fa altro che generare ansia e insicurezza, le quali in una spirale ci spingono a chiuderci nel nostro “porto sicuro”.
Come fare dunque? Semplice, basta guardare il tuo critico interiore con gli occhi di un altro. Pensare che sia diverso ed estraneo a noi, addirittura che stia usando un linguaggio differente, quasi incomprensibile. Prendere le distanze dalla voce autocritica è fondamentale per scrutare meglio i problemi, le situazioni e valutare le scelte. Staccarsi dalla parte più severa di noi non può far altro che liberare la parte più leggera, serena, solare.

Crea una storia migliore

Non per forza, se è andata male prima, andrà male ancora. Questo è il focus su cui devi lavorare, per far sì che la tua mente inizi a scorgere la bellezza dove prima vedevi solo paura. Le neuroscienze consigliano di creare una storia migliore nella tua testa, proprio come uno scrittore. Una storia in cui il finale è roseo, il protagonista non muore e saluta il lettore con un sorriso soddisfatto sul viso. Ecco, raffigurati così, sereno e felice. Nulla potrà accadere che tu non possa gestire, e tutto sarà splendido e filerà via liscio. Inoltre, concentrandoti su storie positive toglierai tempo a quelle negative che, per forza di cose, cadranno nel dimenticatoio, liberandoti di un fardello.

Sii gentile con te stesso

Questo è forse il punto più difficile. Compassione ed empatia sono naturali con gli altri, per la maggior parte di noi. Ma quando si tratta di provarle per noi stessi, iniziano i problemi. Tutto nasce dalla famosa voce critica interiore che è troppo severa, sempre sul chi va là, pronta a spronarci anche quando non serve. Parlare con un amico anche di piccole cose, per esempio, ti farà sentire meglio, distraendoti anche da pensieri negativi e inutili stati d’ansia.

 

 

 

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