Lo studio guidato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) rivelano una novità. Hanno scoperto un nuovo sistema di osservazione del Sole nelle onde radio. Il tutto tramite i telescopi INAF di Bologna e di Cagliari. Sono unici i dati registrati perché aiuteranno a controllare l’attività della nostra stella. Ciò in previsione del 2024, anno in cui sarà al suo massimo.

L’Italia è uno fra i pochi Paesi ad avere il vantaggio di una rete di telescopi con un progetto chiamato Sundish. Esso prevede una serie di osservazioni congiunte nelle onde radio del Sole. Tale progetto svela i dettagli dei ricevitori e dei programmi realizzati per analizzare i dati solari insieme a 170 foto fatte dalle antenne italiane. La ricerca ha coinvolto le Università di Trieste, Cagliari, Inghilterra e Olanda. Una frequenza di 100 GHz permette di mappare e studiare con appositi strumenti l’emissione del Sole nel suo attivo e nella sua quiete.

 

Ad oggi siamo i primi e per ora gli unici a osservare il Sole alle frequenze radio nell’intervallo tra 18 e 26 GHz, e quindi siamo in grado di poter ottenere informazioni fisiche in una regione dello spettro elettromagnetico cruciale, ma al momento poco utilizzata per gli studi solari per via delle difficoltà osservative in questa particolare banda radio. Per la prima volta è stato possibile misurare la temperatura del Sole in questa banda. Inoltre, studiare il Sole a queste frequenze ci fornisce informazioni preziose, non solo per capire meglio come funziona la nostra stella, ma anche per contribuire a sviluppare metodi per prevedere i suoi comportamenti più violenti.

Alberto Pellizzoni, astrofisico dell’INAF

 

 

Cosa sono le regioni attive? Sono aree molto luminose del Sole con forti campi magnetici. Permettono anche di conoscere anticipatamente fenomeni come tempeste solari, che possono influire negativamente sulla Terra con guasti alle infrastrutture di ultima generazione.