La grave siccità ha colpito anche il Tevere, uno dei fiumi che al momento ha più sete. La siccità però sta colpendo anche tutta l’Italia. Il fiume più importante che scorre nel Lazio ormai è “trasfigurito” nelle sue originali caratteristiche naturali. Il livello del suo corso è ormai inferiore di un metro e mezzo rispetto alla media. In effetti, è una grave situazione che ha spinto il presidente regionale Nicola Zingaretti a rendere pubblico lo stato di calamità.
In conseguenza alla secca, dal fiume sono stati rinvenuti gli antichi resti del Ponte Neroniano. Il ponte conosciuto meglio da tutti come Trionfale. La notizia ha fatto picchi di visualizzazioni sui social network, dilagando anche sui quotidiani. Si tratta di rovine sepolte per lunghissimo tempo sotto le acque del fiume, ma che ora sono emerse risultando visibili. Una scoperta suggestiva e sorprendente, ma dall’altra anche terribile per la grande siccità che sta flagellando l’Italia.
Qual è l’origine a cui risalgono tali ruderi ritrovati vicino a Castel Sant’Angelo? Facciamo un passo indietro, dicendo che il Ponte Neroniano permetteva alla Triumphalis, via che univa Roma a Veio, di poter attraversare il Tevere. Il ponte era stato commissionato dall’imperatore Nerone nel I secolo. Lo scopo era un miglior spostamento per la città.
Altre voci invece riportano che la sua realizzazione risalga ad anni precedenti e sia dovuta a Caligola per semplificare l’entrata al suo circo. Poi a causa delle mura aureliane, secondo alcuni storici, è caduto. Successivamente, nel XIX secolo, i resti dei piloni sono stati distrutti per navigare meglio il Tevere. Adesso per la siccità sono molte le meraviglie emerse nel mondo dalle acque. In Iraq dal bacino Mosul sono riemersi resti di una città di 3.400 anni fa.