Crosta terrestre: identificato un pezzo sotto l’Australia

Sotto Australia pezzo di crosta terrestre

Finalmente potremo sapere cosa c’è sotto la superficie della Terra. Gli scienziati non dovranno fare alcuna perforazione e neanche usare laser super sottili sui minerali racchiusi nella sabbia della spiaggia. Si tratta della tecnica di un nuovo studio. Ha l’obiettivo di puntare a un pezzo di crosta terrestre risalente a 4 miliardi di anni fa, ha le dimensioni dell’Irlanda. Esso è rimasto sotto l’Australia occidentale influendo sullo sviluppo geologico della regione durante i milioni di anni trascorsi.

 

Quando si confrontano i nostri risultati con i dati esistenti, sembra che molte regioni del mondo abbiano sperimentato tempi simili per la formazione e la conservazione della corteccia precoce. Questo indica un cambiamento significativo nell’evoluzione della Terra circa 4 miliardi di anni fa, quando il bombardamento di meteoriti svanì, la crosta si stabilizzò e la vita sulla Terra iniziò a stabilirsi.

Maximilian Droelner, dottorando in geologia e autore principale dalla Curtin University in Australia

 

 

Gli studiosi hanno utilizzato un’ablazione laser con spettrometria di massa al plasma accoppiata a induzione laser. Ciò per datare i grani e confrontarli con altri per scoprire la loro provenienza. Così il team ha avuto i dati sui cristalli del sottosuolo di questa particolare regione australiana. Si è scoperto il punto di erosione originaria dei grani, le forze usate per crearli e le modellazioni della geologia nel tempo.

 

Il bordo dell’antico pezzo di crosta sembra segnare un importante confine crostale che controlla dove trovare minerali economicamente importanti. L’identificazione di antichi resti crostali è importante per il futuro dell’esplorazione ottimale delle risorse sostenibili.

Milo Parham, supervisore della ricerca geologica della Curtin University

 

 

È però complicato prevedere gli spostamenti della crosta terrestre e i vortici del mantello caldo sottostante, e inoltre fare delle mappature in retrospettiva. I risultati dello studio potrebbero aiutare gli scienziati a studiare le caratteristiche di altri pianeti e di loro eventuali vite aliene.

 

 

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