Tenta di assoldare un sicario sul deep web, ma finisce in manette. Il protagonista di questa grottesca storia è un trentenne della provincia di Treviso: voleva eliminare il fidanzato della donna di cui era segretamente innamorato.

Per eliminare quello che percepiva come un rivale in amore si era rivolto ad uno dei ‘tanti’ portali del deep web che millantano di offrire servizi di omicidio su richiesta. Il trevigiano aveva “assoldato” il killer pagando in Bitcoin. Peccato che – questo la polizia non lo dice, ma è altamente probabile – il sito a cui si era rivolto fosse molto probabilmente una truffa. Così, dopo aver pagato, è stato facilmente identificato dall’FBI, che ha provveduto a segnalare il suo caso alle forze dell’ordine italiane.

Non è nemmeno la prima volta che succede. Un paio di anni fa il New York Times aveva dedicato un lungo e interessante approfondimento al fenomeno degli omicidi ordinati sul web, e nella fattispecie sul cosiddetto deep web, nomignolo affibbiato a tutta quella parte di internet accessibile esclusivamente usando Tor. Risultato? Non esiste un solo caso documentato di un omicidio organizzato sul dark web. Nemmeno uno.

Piuttosto, i giornalisti del NY Times avevano appurato che la gran parte dei siti che millantano di offrire questi servizi sono in realtà gestiti dai truffatori, che si approfittano dell’ingenuità degli sprovveduti. Molto spesso succede che i siti collaborino con le forze dell’ordine, segnalando ogni richiesta alle autorità. E probabilmente è quello che è successo anche nel caso che ha per protagonista il nostro connazionale.

Nel raccontare questa singolare vicenda, i quotidiani italiani non si sbottonano più di tanto sulle modalità utilizzate dalle autorità italiane per risalire all’identità del trevigiano. Sappiamo che la collaborazione dell’FBI è stata fondamentale e che l’indagine ha visto la partecipazione della Polizia Postale di Treviso in concerto con quella di Venezia.

Il killer avrebbe dovuto uccidere un 45enne del Trevigiano, il fidanzato della ragazza di cui il “mandante” dell’omicidio era da tempo segretamente innamorato. Curiosamente, sembra che la potenziale vittima fosse completamente ignara della cosa: probabilmente ignorava perfino dell’esistenza dell’uomo che lo voleva vedere morto.

L’avvenuta identificazione di un utente operante sul dark web testimonia che la parte non indicizzata della Rete, ove vengono liberamente offerti beni e servizi illeciti, finora ritenuta impenetrabile dalle Forze di Polizia, non è più tale

ha commentato con soddisfazione un portavoce della Polizia Postale. Verrebbe da aggiungere: certo, non più impenetrabile, ma a patto che i criminali (o aspiranti tali) agiscano con così tanta goffaggine…