La regione Sardegna ha ammesso un importante furto di dati. Migliaia di file, con le informazioni sensibili dei residenti, ma anche dei creditori e fornitori della regione. Il furto è stato rivendicato dal gruppo criminale Quantum Locker, che ha diffuso il materiale online.

Un enorme archivio, con 170mila file: soprattutto tabelle excell, ma ci sono anche documenti d’identità, indirizzi di residenza, numeri di telefono ed email, oltre che compensi dei dipendenti e crediti nei confronti di aziende e studi professionali. Tra le altre cose, l’archivio include anche diversi Green Pass, oltre ai verbali degli abusi edilizi e di altri illeciti amministrativi. Insomma, il leak ha avuto effetti disastrosi sulla privacy dei sardi.

Il furto risalirebbe addirittura allo scorso febbraio, ma della pubblicazione e diffusione online dei dati se ne sta parlando solamente ora. La cartella pesa 155GB e viene fatta circolare nel cosiddetto deepweb, la parte del web accessibile esclusivamente utilizzando il browser Tor.

Un attacco informatico c’è stato. L’attacco risale al primo febbraio scorso ed è tipo ransomware, l’abbiamo notificato al Garante per la Protezione dei dati personali e alla Polizia. Stiamo ancora lavorando con la collaborazione dei tecnici regionali per circoscrivere il danno. Siamo infatti venuti a conoscenza della pubblicazione sul dark web di dati che potrebbero riguardarci e per questo restiamo in stretto contatto con gli inquirenti

ha spiegato capo ufficio stampa della Regione Sardegna al quotidiano La Repubblica. La regione ha smentito di aver ricevuto una richiesta di riscatto dal gruppo criminale. In altre parole, gli hacker avrebbero pubblicato i dati dei sardi senza prima chiedere un pagamento allo Stato per scongiurare il leak.