Viaggiare nel tempo, sogno o realtà? Ingrediente fondamentale dei prodotti fantasy o sci-fi oppure scientificamente possibile? Per quanto possiamo analizzare la concreata possibilità di muoverci nel tempo oggi desidero soffermarmi sull’utilizzo dei viaggi nello spazio-tempo nei film e nelle serie da Ritorno al futuro fino a tempi più recenti.
I viaggi nel tempo vengono utilizzati come stilema narrativo da decenni, ben prima che la tecnologia adoperata nel cinema fosse in grado di ricreare le giuste ambientazioni futuristiche. Intriganti, pericolosi e azzardati, mai prevedibili o banali, i viaggi temporali restano una costante del panorama cinematografico e recentemente anche televisivo.
Le motivazioni che spingo i protagonisti a sposarsi sulla linea temporale posso essere le più svariate: dalla semplice curiosità alla necessità di sopravvivenza, dall’esigenza di salvare la vita di un proprio caro all’urgenza di recuperare manufatti andati perduti. Non sempre le giustificazioni sono sufficienti a generare una simile avventura, soprattutto considerate le conseguenze.
I viaggi nel tempo sono sempre stati estremamente pericolosi e governati da regole ferree che variano a seconda delle leggi scientifiche che vigono nella realtà in cui il film è ambientato. Vietato incontrare i se stessi del passato o del futuro per evitare il paradosso del nonno e proibito interferire con il corso degli eventi, due regole basilari e allo stesso tempo quasi sempre infrante. Se la fortuna assiste i nostri protagonisti le ripercussioni sono modeste altrimenti il disastro è dietro l’angolo.
In occasione dell’uscita in sala di Lightyear, nuovo film sulla storia di Buzz ecco un vero e proprio viaggio alla scoperte delle avventure nello spazio-tempo nei film e nelle serie tv.
I grandi classici: Ritorno al futuro, Donnie Darko e Star Trek
Ritorno al futuro
Se parliamo di viaggi nel tempo immediata è l’associazione con la trilogia di Ritorno al Futuro, film iconico per eccellenza associato ai viaggi temporali. Ancora oggi generazioni di nuovi cinefili si approcciano alle pellicole di Robert Zemeckis come dei veri e propri classi imprescindibili. Marty McFly e Doc viaggiano nel tempo in qualsiasi direzione: passato e futuro a loro scelta. È stato Doc a creare, dentro una DeLorean, una vera e propria macchina del tempo in grado di viaggiare tra le diverse epoche.
I viaggi nel tempo di Zemeckis rappresentano un pilastro per filmografia ancora oggi, citati a più riprese da tantissimi altri lungometraggi successi dedicati allo stesso tema. Marty e Doc spostandosi sulla linea temporale alterano il loro presente, i loro viaggi hanno ripercussioni sulla loro realtà modificandola per sempre. Sebbene sussistano regole ferree per evitare sfasamenti temporali non sempre i due avventurieri riescono a rispettarle, causando diversi disastri che dovevo necessariamente essere risolti. Una trilogia imperdibile che ha cambiato il cinema americano per sempre.
Donnie Darko
Siamo nel 2001 e nelle sale arriva Donnie Darko, film all’epoca incompreso e solo successivamente rivalutato da pubblico e critica fino a diventare un cult. Donnie è il giovanissimo Jake Gyllenhaal, un complicato ragazzo con un passato da piromane. È colui che si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. il 2 Ottobre 1988 precipita nel giardino di casa Darko un areo ma ciò che è concretamente avvenuto sembra solo un sogno. Paradosso e realtà collassano. Mancano per l’esattezza 28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi alla fine del mondo.
Definito da tanti un film caotico e confusionario in realtà è il lungometraggio che forse più di tutti si presta a molteplici chiavi di lettura. In bilico tra fantasy e sci-fi Donnie Darko parla di morte, in maniera cupa e drammatica, e viaggi nel tempo. Il tempo, per ragioni che prescindono dalla nostra conoscenza, subisce delle rotture in grado di generare universi paralleli dalla breve durata ma che se non opportunamente rimossi possono causare squilibri nella percezione della realtà. Tramite un cunicolo spazio temporale è possibile viaggiare da una realtà all’altra ma non senza ripercussioni o pericoli. Donnie Darko è affasciante, intrigante e dalla difficile risoluzione. Nulla è corretto o tutto è valido, dipende dai punti di vista.
Star Trek
Non possiamo pensare di parlare di fantascienza senza menzionare Star Trek. Il colosso della fantascienza al cinema e avversario da sempre di Star Wars racconta una storia di addestramento, battaglie e missioni in grado di salvare l’universo. Presente e futuro, che per alcuni è già passato, si scontrano regalando una saga cult che prosegue da generazioni. James Tiberius Kirk contro Spock, conflitti, non detti e improbabili alleanze. Solo la minaccia di un futuro disastroso sarà in grado di mettere da parte rancori e portare i protagonisti a concentrarsi sulla vera missione.
Dopo diversi capitoli, iconici ma non troppo apprezzati al botteghino, grazie a J.J. Abrams nel 2009 il franchise di Star Trek venne riportato in auge grazie a Star Trek – Il futuro ha inizio, diretto dallo stesso Abramas assieme a Damon Lindelof. La pellicola datata 2009 è prequel, sequel e reboot della saga principale. Dopo diversi anni dai prodotti d’origine era necessario rivitalizzare il franchise senza però gettare alle ortiche il lavoro precedente e agendo nel rispetto dei progetti passati. Così i registi della nuova pellicola crearono un giusto mix tra nuovi volti per vecchi personaggi e la permanenza della continuità narrativa grazie al il vecchio Spock di Leonard Nimoy. A coronare il tutto sono i viaggi nel passato, utilizzati dal punto di vista narrativo per azzerare la storia dell’universo dello Star Trek originale e modificare l’equipaggio dell’Enterprise.
I viaggi nel tempo all’italiana in Non ci resta che piangere (1984)
I film italiani vengo spesso accusati di rientrare tutti nello stesso e ormai saturo gruppo. Mancano i film di genere in grado di distinguessi per le loro peculiarità.
Siamo nel 1984 e Massimo Troisi e Roberto Benigni sono i protagonisti di Non ci resta che piangere, una pellicola dedicata ai viaggi nel tempo. Quando il maestro di una scuola elementare e il bidello della stessa prendendo una strada secondaria si imbattono in una tempesta improvvisamente si ritrovano catapultati nel passato. Precisamente Saverio e Mario si ritrovano nel 1400.
A differenza delle pellicole analizzate in precedenza in Non ci resta che piangere il viaggio nel tempo non viene utilizzato come strumento di indagine scientifica ma unicamente come espediente narrativo. I protagonisti della storia non si interrogano sul perchè e sulle modalità del viaggio, semplicemente il film ha all’interno della sua trama un salto nel passato. Non ci resta che piangere è un lungometraggio comico che sfrutta l’effetto nostalgia ricreato dal viaggio nel passato, la mancanza della vita prima dell’industrializzazione è la vera protagonista. Forse il viaggio nel tempo è solo una grande metafora per una seconda possibilità di vita.
Nolan e la sua complessa visione dei viaggi nel tempo
Christopher Nolan non è un regista che ha di certo bisogno di presentazioni. Le sue opere, gradite o meno, sono ben note agli amanti del cinema e non solo. Come ben sappiano il cinema di Nolan è molto legato all’amore per la sala cinematografica: il regista esige che tutte le sue opere vengano girate in formato IMAX per meglio poter apprezzare la magnificenza delle scene.
Nolan è il regista che negli ultimi tempi, forse più di tutti, ha fatto dei film criptici e complessi un vero marchio di fabbrica, basta solo pensare ad Inception, pellicola del 2010 con un finale che da oltre 10 anni fa ancora discutere gli appassionati.
In Tenet, ultima fatica del regista, Nolan raggiunge l’apice della complessità narrativa sfruttando un particolare meccanismo di viaggio nel tempo. Precisamente in Tenet assistiamo all’inversione del tempo: il tempo scorre all’indietro, come avvolto nel nastro di un giradischi. I movimenti dei personaggi, le sequenze e la storia seguono il flusso invertito. Ad una prima visione la pellicola può sembrare, ed in parte è, terribilmente e inutilmente cervellotica. Il meccanismo inedito del salto nel passato di Nolan non è di immediata comprensione e segue regole tutte sue, mai viste prima.
L’inversione è il vero protagonista della storia, basta pensare al fatto che il personaggio interpretato da John David Washington ha l’unico nome di protagonista. La tecnologia invertita vista ad inizio pellicola (proiettili invertiti) fa presupporre al protagonista l’esistenza di un arma in grado di creare danni ancora maggiori. Il pubblico assieme al protagonista viene iniziato alla tecnologia e alle regole di Tenet, viaggiare invertiti è pericoloso e non senza conseguenze: occorre l’ossigeno nella giusta direzione, si deve prestare molto attenzione ai colpi di arma da fuoco invertiti perché sono in grado di creare molti più danni rispetto a quelli normali e sarebbe meglio non incontrare il se stesso del passato (come in ogni pellicola sui viaggi nel tempo che si rispetti).
In Tenet regia, fotografia e sceneggiatura portano l’evidente firma del regista. La pellicola, che ha rappresentato per molti il ritorno in sala dopo la prima ondata di pandemia, ha nettamente diviso il pubblico tra chi ha prezzato la spettacolarità senza precedenti dell’opera e chi l’ha ritenuta troppo fredda e macchinosa. Resta da apprezzare l’innovazione nell’affrontare il complicato tema dei viaggi temporali.
Forse chi non è rimasto entusiasto dall’innovazione di Tenet può aver apprezzato la poesia di Interstellar, pellicola sempre di Nolan datata 2014 con protagonisti Matthew McConaughey e Anne Hathaway. L’umanità non ha più speranza di sopravvivere sulla Terra, così un gruppo di astronauti parte alla ricerca di nuovi pianeti abitabili. Durante la loro spedizione la missione non giunge alle soluzione sperate e i due astronauti protagonisti finiscono inghiottiti da un buco nero. Solo mediante l’aiuto della figlia di Cooper, ormai adulta, riusciranno ad uscirne. Peccato che il tempo scorra in misura molto diversa all’interno del buco nero.
Se la pellicola pe fotografia e per la regia ha i tratti distintivi di Nolan, la storia è tra le più ambiziose e scientificamente studiate degli ultimi tempi. Nolan, sceneggiatore stesso del film, ha dato prova di aver studiato attentamente le teorie della relatività, nulla in Interstellar è dato al caso, tutto ha una spiegazione scientifica attendibile. Interstellar non è un film dedicato ai viaggi nel tempo ma incentrato sullo spazio-tempo e sulla diversa percezione dello stesso.
Il futuro secondo Villeneuve
Tra i registi in grado rendere la fantascienza appetibile a chiunque Villeneuve è certamente il primo nome sulla lista. Appena reduce dal successo di Dune, il regista di Arrival non perde tempo ed è già al lavoro sulla seconda parte della saga tratta dai romanzi di Frank Herbert. Non è in Dune che assistiamo ad un vero e proprio viaggio nel tempo ma in due pellicole precedenti.
In Arrival, film del 2016 con protagonista Amy Adams affiancata da Jeremy Renner, l’arrivo di 12 giganteschi oggetti su altrettante 12 città della Terra mette in allarme l’umanità. Chi sono gli alieni e cosa vogliono? Solo la linguista Louise Banks (Amy Adams) sembra in grado di comunicare con loro. Incontro dopo incontro Louise comprende che ciò che gli eptapodi vogliono comunicarle è un messaggio più improntate e cruciale del previsto.
Il viaggio nel tempo di Arrival non avviene su un vero piano fisico ma piuttosto fatto una realtà fatta di visioni e percezioni che aiutano Louise a compiere le giuste scelte nel presente. I viaggi nel tempo e l’importanza delle lingue vengono affrontanti in una chiave inedita, mai vista prima.
Le visioni del futuro non mancano nemmeno in Dune, grazie al personaggio di Timothée Chalamet assistiamo alle profezie di un futuro prossimo. Al regista canadese piace viaggiare nel tempo soltanto mediante l’ausilio del mente. Un salto nel futuro soltanto celebrale in grado di cambiare il presente a propria immagine.
I campioni di incassi non rinunciano a viaggiare nello spazio-tempo
Persino i grandissimi blockbuster recenti non esitano ad esplorare l’intricato meccanismo dei viaggi nel tempo. Da Harry Potter fino all’universo Marvel i salti tra passato e futuro sono i grandi protagonisti delle trame di alcune avventure molto amate.
Harry Potter
In Harry Potter e il prigioniero di Azkaban Harry ed Hermione, nel tentativo di salvare Sirius e Fierobecco da morte certa, viaggiano nel passato grazie alla giratempo. La piccola e strabiliante strega utilizza la minuscola macchina del tempo da inizio anno allo scopo di poter frequentare più corsi collocati nelle stesse ore, ecco come riesce a trovarsi in più posti contemporaneamente.
Le regole dei viaggi nel tempo di Harry Potter sono le più basilari: non interferire con eventi del passato e non incontrare i se stessi del passato, entrambe poco rispettate dai due giovani maghi. Se lo strumento utilizzato ha dato seguito a non poche polemiche la risoluzione del film ha soddisfatto i fan di Harry Potter e non solo.
X-Men giorni di un futuro passato
Quello che è stato definiti da molti il più bel film dedicato agli X-Men è incentrato su un viaggio nel tempo. In X-Men giorni di un futuro passato Logan viene spedito nel passato allo scopo di bloccare Mistica nel esatto momento in cui metterebbe in pericolo tutti i mutanti.
Il primo film della nuova saga dedicata ai mutanti di casa Fox è un semi-reboot della serie precedente. Nella pellicola del 2014 ad affiancare il cast storico composto da Patrick Stewart e Ian McKellen vengono introdotte nuove versioni giovani degli eroi. Magneto nel passato ha il volto di Michael Fassbender e il professor X quello di James McAvoy, ad essi si aggiunge la nuova mistica di Jennifer Lawrence.
L’obbiettivo del nuovo film era quello di proseguire la saga mediante nuovi capitoli che avessero però per protagonisti gli stessi personaggi, ecco spiegata la scelta di ambientarla diversi anni prima degli eventi dei film anni ’90. In questo caso il viaggio nel tempo di Logan modifica il corso degli eventi irrimediabilmente, scelta voluta dai protagonisti stessi. Oltre che strumento narrativo utilizzato sapientemente questa volta il salto nel passato è stato un ausilio al reboot della saga dei mutanti.
Avengers Endgame
Il secondo film più visto al cinema, Avengers EndGame, ha scelto di rimediare alle catastrofi del film precedente viaggiando nel passato.
Dopo lo sterminio di metà del universo per mano di Thanos in Avengers Infinity War i campioni della Terra non si sono arresi. 5 anni dopo gli eventi del film precedente, grazie alla mente brillante di Tony Stark e alla tecnologia Pym, gli Avengers costruiscono una macchina in gradi di navigare l’universo quantico. A differenza delle pellicole che vi ho presentato in precedenza, nell’ultimo capitolo dedicato agli Avengers i viaggi nel passato non modificano gli eventi già accaduti ma forniscono la possibilità di creare nuovi futuri. Il passato è passato e non può essere riscritto, il viaggio nel tempo è il presente degli eroi e non cambierà il passato degli stessi. La novità importante da ricordare è che spostandosi nel passato gli eroi creano linee temporali alternative che verranno rimosse solo quando off-screen Captain America riporterà le gemme dell’infinito nella realtà da cui sono state sottratte.
Anche in casa Marvel Studios non sono stati in grado di rinunciare ad un cult narrativo come le avventure nello spazio-tempo, rendendole però iconiche e ben distinguibile dalla massa.
Le serie tv e i viaggi nel tempo
Se in passato, per esigenze di budget, il panorama fantascientifico veniva rilegato soprattutto al cinema ora anche le serie tv hanno come grande protagonista la fantascienza.
I viaggi nel passato o nel futuro sono sempre più frequenti nelle serie tv distribuite sulle varie piattaforme streaming o rilasciate sui canali in chiaro. Se prima avevamo quasi solo i viaggi spazio-temporali di Doctor Who ora diverse serie si sono lasciate ispirare.
Outlander, nemmeno troppo recente, ha utilizzato il salto nel passato come base per creare una storia ambientata nella Scozia del 1700. Claire Beauchamp Randall Fraser è una viaggiatrice del tempo, dal 1945 si ritrova catapultata, senza averlo desiderato o richiesto, nella Scozia del 1743. Nella serie basata sui romanzi di Diana Gabaldon il salto nel passato funge da via di fuga dalla vita ormai troppo stretta e tramontata di Claire. Grazie all’espediente narrativo l’infermeria avrà una seconda possibilità, un nuovo amore e nuove avventure da vivere.
Forse è passata inosservata al grande pubblico ma su Disney+ è disponibile una serie tv teen francese dedicata agli universi paralleli. Parallels racconta la storia di quattro ragazzini che, nel bel mezzo si una semplice festa organizzata clandestinamente nel loro bunker segreto, si ritrovano su tre realtà parallele differenti: l’universo principale e due alternativi in cui la storia che conoscevano è decisamente diversa.
Disney+ inserisce nel suo catalogo un prodotto idoneo a comunicare ai giovani ragazzi la complessa e pericolosa tematica dei viaggi nel tempo, fornendo tutte le spiegazioni scientifiche del caso senza risultare pensare o noioso.
Nel recentissimo prodotto HBO Max, The Time Traveler’s Wife, assistiamo ai viaggi nel tempo in una chiave mai vista prima: non sono più un super potere o una necessità di salvezza ma diventano una vera e propria disabilità. Henry è affetto da una malattia genetica rarissima che lo costringe, senza preavviso o possibilità di scelta, a viaggiare nel tempo tra passato e futuro. Il primo incontro con la futura moglie avviene quando lui ha oltre 40 anni e Clare è solo una bambina. La futura moglie conosce l’uomo Henry prima di innamorai del marito, una delle tante versioni di Henry. Il protagonista della storia è destinato a lasciare continuamente la moglie da sola, per alcuni minuti a volte, altre per mesi fino ad arrivare al momento in cui con molta probabilità sarà difficile fare ritorno. The Time Traveler’s Wife tratta la tematica sempre più popolare con una chiave drammatica inedita, regalando allo spettatore una tenera e dolce storia d’amore.
Riuscirà il nuovo film Pixar, Lightyear, a regalare ai fan di Toy Story una nuova storia in grado emozionare i fan del franchise e conquistare allo stesso tempo gli amanti della fantascienza?