Gli operatori non potranno più escludere alcune app dal consumo dei dati

net neutrality death

Il BEREC, l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche ha chiesto agli operatori mobile di cessare ogni offerta commerciale di Zero Rating. Tradotto? Tutte quelle offerte che escludono alcune selezionate applicazioni dal consumo dei dati inclusi negli abbonamenti. Operatori come Vodafone a volte concedono ai loro utenti di accedere a servizi come Netflix, WhatsApp e Facebook gratuitamente, senza consumare GB.

Le nuove linee guida si inseriscono all’interno delle politiche a favore della Net Neutrality, ossia tutto quell’insieme di policy approvate con l’obiettivo di far sì che non si facciano distinguo tra le diverse attività su internet. Non importa che sito tu stia visitando, i provider sono obbligati a fornirti un accesso ad internet universale, trattando in modo eguale – per velocità e costi – tutti i pacchetti di dati.

Un corollario di questa filosofia, che fa parte dell’ordinamento dell’Unione Europea, dovrebbe essere anche la politica di zero-rating. Lo abbiamo appena detto: per essere neutrale, i provider non possono effettuare discriminazioni. Internet deve costare egualmente a prescindere dall’uso che se ne fa. Vale anche quando l’operatore decide – per accordi commerciali – di fornire gratuitamente l’accesso ad alcuni servizi.

Il consumatore potrebbe non essere d’accordo, perché ha la possibilità di accedere a servizi che ama – come Netflix e Spotify- senza scalare traffico dalla sua soglia dati, ma in genere si ritiene che queste pratiche commerciali creino degli importanti squilibri nel mercato, favorendo i colossi più grandi a discapito dei servizi emergenti più piccoli. Gira e rigira, è sempre una questione di garantire la libertà di concorrenza, che è una delle prerogative dell’Unione Europea.

Gli attivisti a favore della Net Neutrality chiedevano da diversi anni il divieto di zero-rating, ma di fatto le linee guida precedenti non hanno mai impedito questa pratica. Bastava spulciare il catalogo di diversi operatori, anche italiani, per accorgersi che l’esclusione di alcuni servizi dal consumo dei dati era una pratica comune.

Impossibile, poi, non rilevare come le applicazioni incluse nelle offerte di zero rating fossero quasi sempre di aziende statunitensi. Quando poi il consumatore è chiamato a scegliere se abbonarsi a Spotify o usare un’alternativa più di nicchia, magari di una startup europea, è evidente che anche questo avrà un importante peso.

Le nuove linee guida della BEREC danneggeranno i consumatori? Probabilmente no, e c’è già un illustra precedente che ce lo dimostra. Sebbene le linee guida europee non lo vietassero esplicitamente, le leggi di alcuni stati membri includevano già il divieto di zero rating all’interno delle misure a sostegno della internet neutrality. Un anno fa l’authority tedesca ha sanzionato Deutsche Telekom e Vodafone, entrambe ree di offrire gratuitamente l’accesso ad alcune applicazioni. Morale? Per non perdere clienti, Deutsche Telekom reagì alla sanzione portando da 24 a 40 i GB inclusi nel suo piano, a parità di costo. Vodafone fece altrettanto, aumentando del 25% la quantità di traffico dati inclusa nei suoi pacchetti.

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