All’aeroporto di Brindisi è stata inaugurata la prima torre di controllo operata da remoto. Nel mondo ne esistono già diverse, ma questa è la prima italiana, operata dall’Enav. In futuro circa metà dei 45 aeroporti italiani verranno controllati da remoto.

La centralizzazione delle operazioni di controllo ha degli importanti vantaggi per gli aeroporti di dimensioni medio-piccole, che in questo modo potranno prolungare l’orario di attività, senza che i voli notturni diventino economicamente insostenibili.

La torre comunica con gli aerei in volo e in fase di decollo grazie ad un RTM, acronimo di Remote Tower Module. La stanza di controllo può trovarsi anche a distanza di diversi chilometri dall’aeroporto. Un singolo RTM può sorvegliare il traffico aereo di più aeroporti simultaneamente.

Grazie ai sistemi hardware e software all’avanguardia, i controllori di volo mantengono comunque un occhio vigile su tutto ciò che succede nei cieli della provincia, proprio come se si trovassero fisicamente all’interno dell’aeroporto.

La torre di controllo di Brindisi è dotata di 18 telecamere fisse. Le immagini vengono proiettate su 13 monitor ad alta definizione, che riproducono perfettamente – e ovviamente in tempo reale – la visuale a 360 gradi del panorama che sarebbe possibile vedere dalla torre di controllo posizionata nell’aeroporto di Brindisi.

Intelligenza artificiale e machine learning forniscono ai controllori di volo ulteriori strumenti per monitorare il traffico aereo, a beneficio della sicurezza e dell’efficienza delle operazioni.

L’Enav vede nelle torri di controllo da remoto il futuro dell’aviazione civile. Permettono di monitorare il traffico aereo 24 ore su 24, consentendo di mantenere gli scali minori aperti più a lungo e riducendo i costi a carico delle compagnie aereo – con, di riflesso, costi più bassi anche per i clienti.