Ora che Ms. Marvel è disponibile su Disney+, nel Marvel Cinematic Universe è stata lanciata definitivamente la prima supereroina musulmana, un elemento che permette di analizzare, partendo proprio da Ms. Marvel, il tema dell’inclusività nell’universo della Casa delle Idee. I fumetti Marvel sono stati fin da subito una fonte d’inclusione e di allargamento di orizzonti culturali, mentre a livello cinematografico il primo personaggio capace di segnare la svolta è stato Black Panther.
I fumetti Marvel per supereroi più inclusivi
Quando nel 1962 comparve per la prima volta in Amazing Fantasy n.15 il personaggio di Spider-Man, l’universo Marvel così come lo conosciamo oggi stava nascendo, e Stan Lee aveva già gettato le basi per un mondo supereroistico più aperto e di largo respiro. Considerando il fatto che Spider-Man fu il primo adolescente veramente protagonista di un fumetto, e che si trattava di un supereroe con super problemi, gli orizzonti dei supereroi in generale erano stati allargati a dismisura con un concetto semplice, ma efficace e decisamente originale. Anche gli stessi X-Men che fecero per la prima volta la loro comparsa nei fumetti nel 1963 avevano un che di inclusivo, considerando che nella prima formazione erano presenti figure varie come Ciclope, Marvel Girl, e Bestia, e che a coordinare i supereroi c’era il professor Xavier, un personaggio dai grandissimi poteri mentali, ma che portava addosso anche una grave disabilità. E se volessimo arrivare alle origini dell’universo Marvel costruito da Stan Lee potremmo menzionare la Cosa dei Fantastici Quattro come personaggio decisamente atipico: un mostro che è consapevole del suo essere differente, e che rifiuta il suo aspetto fisico, ma che si trova, nonostante tutto, ad essere considerato un supereroe. E nel 1964 fece la sua comparsa Daredevil, il primo supereroe non vedente.
Ma, se dovessimo iniziare ad affrontare le questioni razziali in maniera più stretta allora ci sarebbe da chiamare in causa Black Panther, personaggio nato nel 1966 attraverso Stan Lee e Jack Kirby, che nacque nella fantasia dei suoi autori in un periodo particolare per gli Stati Uniti. Siamo nell’epoca della guerra in Vietnam, nel periodo della ribellione degli afroamericani, quando Muhammad Ali si apprestava a diventare campione mondiale dei pesi massimi e poco dopo avrebbe rifiutato di partire in Vietnam come soldato. Ma, nel 1966, nacquero le Pantere Nere, il movimento rivoluzionario afroamericano da cui prende il nome Black Panther. Ciò che muove Pantera Nera, però, non è un senso di ribellione che parte dal basso, quanto la condivisione del potere e delle risorse del Wakanda, regno di cui è sovrano.
L’introduzione di Black Panther nell’universo Marvel aprirà a diverse figure inclusive a livello razziale, e non solo.
Negli anni Settanta, sulla scia del successo dei film di Bruce Lee, viene introdotto Shang-Chi, un personaggio della Repubblica Popolare Cinese dotato di grandi poteri capaci di essere tirati fuori grazie alle arti marziali. E poi possiamo menzionare Falcon, il supereroe che si affianca a Captain America, Luke Cage, Blade, personaggi secondari che solo successivamente troveranno un ruolo di primo piano, soprattutto grazie alle trasposizioni sullo schermo.
L’inclusività nel Marvel Cinematic Universe
E proprio affrontando la questione dell’inclusività della Casa delle Idee con Ms. Marvel, passiamo all’espansione dell’universo narrativo Marvel sullo schermo. Nonostante la presenza di Blade (il cacciatore di vampiri di colore) al cinema risalga al 1998, un focus sul Marvel Cinematic Universe ci permette di comprendere meglio come si è sviluppata negli anni la questione dell’inclusività sul grande schermo. Anche in questo caso a fare da apripista è stato Black Panther, comparso nel 2016 in Captain America: Civil War con Chadwick Boseman a vestirne i panni. Nell’MCU erano già presenti personaggi come il Falcon di Anthony Mackie e War Machine interpretato da Don Cheadle, ma l’impatto di Black Panther fu decisamente diverso, considerando che nel 2018 il character fu protagonista di uno standalone. Nel giro di pochi anni i Marvel Studios si sono aperti in maniera sostanziale all’inclusività, considerando che dal 2020 in poi sono state realizzate produzioni come Black Widow, Shang-Chi, Eternals e, appunto Ms. Marvel. Il fatto di mettere Black Widow in questo elenco conta, perché, nonostante fosse uscito in precedenza uno standalone al femminile come Captain Marvel, l’impatto del lungometraggio con la Natasha Romanoff di Scarlett Johansson fu più ampio per quanto riguarda la questione femminile. Il film di commiato del personaggio è stato un modo per esaltare anche uno dei character più carismatici e d’impatto dell’MCU, con un action movie al femminile dai toni marcati.
Eternals, sotto questo punto di vista, ha rappresentato la summa di tutto ciò che vorrà essere l’inclusività nel Marvel Cinematic Universe.
Oltre alla forte presenza di character femminili, nel film è presente un eroe indiano come il Kingo interpretato da Kumail Nanjiani, ed è presente anche il primo character omosessuale, ovvero il Phastos interpretato da Brian Tyree Henry. E non è da trascurare neanche la regia di Chloé Zhao, importante sotto il punto di vista dell’inclusività per diverse questioni: le sue origini cinesi, il suo essere donna, ed il caratterizzarsi come una filmmaker dal forte tono autoriale. Sotto questo punto di vista potremmo dire che Eternals è il primo film d’autore del Marvel Cinematic Universe. Ma, poco prima degli Eterni, era comparso al cinema Shang-Chi, che adattando i fumetti degli anni Settanta dei Maestri del Kung Fu ha portato sullo schermo il primo supereroe Marvel cinese. Ora, la frontiera televisiva e di Disney+ sta allargando ulteriormente gli orizzonti dell’MCU, con la serie che verrà dedicata a She-Hulk, e soprattutto quest’ultima su Ms. Marvel, la prima supereroina musulmana della Casa delle Idee. In Pakistan il telefilm verrà mostrato direttamente nei cinema, e, dopo anni divisivi tra Occidente e Medio-Oriente a causa del terrorismo, il lancio di Ms. Marvel può rappresentare un ponte importante tra due culture che hanno più di uno strumento per entrare in comunicazione.
Concludiamo questo approfondimento su Ms. Marvel e inclusività nella Casa delle Idee ricordando che la serie TV sul character interpretata da Iman Vellani è disponibile dall’8 giugno su Disney+.