Telegram si vanta di non condividere i dati degli utenti con i governi, ma è una bugia

Telegram si è sempre vantato di non fornire i dati dei suoi utenti alle autorità. Anche per questo, nonostante l’assenza di una crittografia end-to-end implementata di default, l’app era diventata popolare tra chi aveva a cuore la sua privacy e chi ne voleva fare un uso criminale.

Pensate all’epidemia di gruppi dedicati alla pirateria informatica, ma anche ai mercati neri dei green pass contraffatti e, ancora, ai gruppi di scambio di immagini e video di revenge porn. Eppure Telegram potrebbe non essere quell’isola ‘felice’ immune da ogni legge — come del resto si sarebbe potuto aspettare qualsiasi persona ragionevole.

In Germania Telegram ha attivamente collaborato con le autorità locali, lo ha rivelato un’indagine del settimanale Spiegel. L’app avrebbe più volte condiviso i dati dei suoi utenti con la BKA, la polizia federale tedesca.

La collaborazione avverrebbe limitatamente nei casi di accuse di reati di terrorismo e pedopornografia, mentre Telegram – che ha sede a Dubai – si sarebbe dimostrato più restio a condividere informazioni utili a formulare accuse per reati di pirateria informatica.

Per molti anni, scrive l’Epoch Time, Telegram ha risposto spallucce indiscriminatamente a qualsiasi richiesta dei governi. La Germania non era mai riuscita ad ottenere collaborazione dall’app. Il cambio di approccio sarebbe avvenuto solamente di recente.

Eppure il sito di Telegram riporta ancora, con un certo orgoglio la scritta “ad oggi, abbiamo inviato un totale di 0 byte di dati dei nostri utenti a terze parti, inclusi i governi”.

Telegram conserva i dati dei suoi utenti in una pluralità di server diversi sparsi per il mondo e soggetti al controllo di aziende, spinoff e filiali diverse. Un labirinto di giurisdizioni e proprietà diverse, che rendono estremamente complicata la vita delle forze dell’ordine e dei tribunali.

Il Governo della Germania, dopo aver minacciato di rendere illegale Telegram e convincere gli altri stati dell’UE a fare altrettanto, ha recentemente ammesso di aver avviato una fase di dialogo con i manager dell’app. Dialogo che verosimilmente avrebbe portato alla nascita di questa nuova e prolifica collaborazione tra le due parti.

Inoltre, Telegram ha anche iniziato ad adempiere alle richieste delle autorità ogni qualvolta queste chiedevano di chiudere un gruppo un canale dedicato ad attività illegali. Durante la campagna delle proteste novax, la stessa cosa è più volte successa anche in Italia.

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