I ricercatori di CloudSEK hanno scoperto un ransomware unico nel suo genere: non chiede un riscatto in denaro, ma obbliga la vittima a compiere tre buone azioni in aiuto dei bisognosi. Si chiama GoodWill.
I ransomware sono dei malware in grado di congelare le informazioni contenuti all’interno del computer o di un server. I dati vengono cifrati utilizzando la crittografia, diventando quindi inaccessibili. Il nome dice già tutto, ransom in inglese significa riscatto: per ottenere la chiave di decifrazione e riottenere i suoi dati la vittima deve pagare.
Ma GoodWill non è uguale a tutti gli altri ransomware. Non c’è nessuna cifra in criptovalute da pagare. L’unico modo per riottenere il controllo del computer è seguire le istruzioni degli hacker. Sono tre le ‘buone azioni‘ richieste:
- La vittima deve donare dei vestiti nuovi ad un senzatetto, riprendersi durante l’azione e postarla sui social utilizzando gli hashtag richiesti
- Accompagnare almeno cinque bambini meno fortunati in un fast food, permettere loro di ordinare il cibo che vogliono e quindi documentare il tutto con un selfie
- Pagare le spese mediche a chi ha bisogno di cure. Quest’ultima azione – che è anche la più onerosa – deve essere documentata con una registrazione audio.
Tutti i passaggi devono essere documentati sui social network. “Sono diventato una brava persona grazie ad un ransomware chiamato GoodWill”. Più che un vero virus, sembra un espediente uscito da una puntata di Black Mirror.
E, infatti, non sembrano esserci casi documentati di persone colpite da questo malware. Verosimilmente è stato creato per il mero intrattenimento del suo sviluppatore, senza una reale intenzione di diffonderlo veramente.