La luna di miele tra Amazon e la Cina è finita: sono oltre 50.000 i venditori cinesi banditi dal marketplace

Amazon era un piccolo paradiso per le aziende cinesi. Nel 2012 il colosso ha lavorato attivamente per attrarre i migliori brand cinesi per il suo Marketplace. Tra il 2014 e il 2015 il numero di venditori cinesi è triplicato, nel 2017 circa un terzo dei venditori internazionali attivi su Amazon erano cinesi.

Le aziende cinesi amavano Amazon per diversi ordini di ragioni: tanto per iniziare, le barriere all’ingresso erano praticamente inesistenti. Potevano accedere ad una platea internazionale sconfinata a costo zero. E non solo: un prodotto che in Cina viene venduto a 5 yuan, su Amazon poteva essere venduto tranquillamente a 140 yuan, cioè 20-30 volte tanto. Tanti clienti e margini immensi, un sogno che si avvera.

Ma recentemente gli ingranaggi di questa immensa macchina da soldi si sono fermati, e ora le aziende cinesi stanno scappando in massa dal merketplace di Amazon — quando non è direttamente lo store a cacciarle. Lo racconta un approfondimento del magazine Rest of the World.

Dall’inizio del 2021, Amazon ha bandito oltre 3.000 aziende cinesi. La loro colpa? Compravano le recensioni positive o utilizzavano stratagemmi non consentiti per pompare i loro feedback. Come ricorderanno bene alcuni di voi, tutto è partito da un’inchiesta del WSJ sulle tattiche usate da brand come TaoTronics e RavPower per occupare le prime posizioni del motore di ricerca interno di Amazon. Tattiche che all’epoca Amaozn sembrava ben disposta a tollerare.

Ma forse la storia non è così semplice. Forse non si tratta solamente della crociata di Amazon contro le aziende disoneste. Il colosso ha ribadito più volte di non prendere di mira le aziende solamente per la loro nazionalità, eppure in Cina molti venditori hanno un’opinione diversa.

Alcune aziende sostengono semplicemente che vendere su Amazon sia diventato troppo scomodo: i costi si sono alzati, di molto, e le restrizioni del marketplace rendono le operazioni di vendita molto complesse. Insomma, l’era dei margini assurdamente alti è finita e molte aziende avrebbero iniziato a guardarsi attorno. Un’associazione che riunisce i commercianti cinesi sostiene che Amazon abbia escluso dalla sua piattaforma almeno 50.000 diversi brand cinesi.

Qualsiasi sia la causa di questa frattura, quello che è certo è che l’asse Amazon-Cina è ormai in gravissima crisi.

 

 

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