Fight Club censurato in Cina: il finale viene riscritto e narrato tramite un cartello

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Uno dei film cult di fine secolo, Fight Club, è ora vittima della censura, in Cina, dove il finale è stato tagliato e riscritto, ribaltandone i risultati con l’ausilio di un semplice cartello.

Partiamo dal presupposto che conosciate già il film di David Fincher tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk: in caso temiate spoiler, smettete pure qui di leggere!

L’iconico e suggestivo finale in cui il protagonista (interpretato da Edward Norton) guarda insieme a Marla Singer (Helena Bonham Carter) la società moderna capitolare al piano anarchico del suo alter ego Tyler Durden (Brad Pitt) è stato difatti tagliato in Cina, quantomeno dalla versione in streaming disponibile sulla popolare piattaforma Tencent Video.

Tutta la scena finale, esplosioni comprese, è difatti tagliata e sostituita da un cartello, che recita semplicemente:

Grazie agli indizi lasciati da Tyler, la polizia è riuscita rapidamente a risalire al piano criminale completo e ha arrestato i criminali, prevenendo con successo che la bomba esplodesse.
In conseguenza dal processo, Tyler venne ricoverato in un ospedale psichiatrico per ricevere un trattamento. Fu dimesso nel 2012.

Questa narrazione, naturalmente, sconfessa e ribalta completamente il finale e il senso dell’opera tutta, secondo un sistema di censura vecchio stampo volto a zittire ogni dissenso verso il governo e a mostrare come criminali e individui non conformi alla legge (per qualunque motivo, comprese le problematiche mentali) vengano riportate all’ordine, con le forze di polizia e governo sempre e comunque in grado di risolvere la situazione.

Non è chiaro se si tratta di una censura operata solo su questa versione del film o anche in altre, precedenti, e sia salita alla ribalta solo ora che il film è disponibile in streaming su una grande piattaforma. Allo stesso modo, al momento non si riesce a risalire agli autori della censura: non si capisce se sia stata imposta da un organo di governo o se sia stata autoimposta dal distributore per evitare problemi.
Tutte le opere audiovisive, infatti, sono soggette a controllo preventivo nei temi: quelle autoctone sono pensate fin dall’inizio per aggirare questo ostacolo evitando di proporre temi, personaggi o battute “scomode” mentre i pochi film stranieri che trovano spazio nei cinema locali vengono sottoposti a controllo preventivo ed eventualmente “rimaneggiati” nel doppiaggio o epurati da alcune scene, elementi o riferimenti.

Né Disney (che possiede i diritti del film dopo l’acquisizione della 20th Century Fox), né Pacific Audio & Video Co. (distributore locale), né il colosso Tencent hanno finora rilasciato dichiarazioni in merito, e non sappiamo se anche altre parti del film siano state in qualche modo ritoccate.

Dato che questi finali modificati con cartello sono presenti anche in altri film, anche di altri distributori, tuttavia, si potrebbe azzardare un intervento dall’alto o, quantomeno, della piattaforma streaming. Ad esempio, sempre su Tencent Video, è presente Lord of War, film del 2005 di Andrew Niccol con Nicolas Cage, martoriato da ben trenta minuti di tagli e con un finale, anche in questo caso, ribaltato e narrato tramite cartello video.

Questo porta, spesso, produttori e distributori esteri a proporre per il mercato cinese versioni già adeguatamente “ripulite” per evitare censure sommarie con la mannaia di questo genere. Chiaramente, alcuni film presentano di base temi scomodi, in linea generale, o in relazione alla storia della Cina, alle sue relazioni politiche così come alle sue politiche in merito a tematiche sociali o militari.
Il problema è in realtà piuttosto importante, anche perché si parla di un mercato enorme e in grande espansione, e la stessa cosa si presenta anche sul mercato dei videogiochi: le versioni cinesi di tanti titoli sono adeguatamente rimaneggiate, ma si tratta quantomeno di interventi più semplici e meno “invasivi” di quanto accade nei film.

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