Di seguito la recensione di Adou, il manga scritto da Amano Jaku e ambientato nel Giappone del futuro. Le città in questa storia sono diventate crogioli di diverse nazionalità e culture e un ragazzo che non viene quasi notato da nessuno si aggira per le strade di una città che è determinata dal trambusto e dal rumore. Sembra indifeso e disorientato, ma forse il pericolo più grande per il mondo civilizzato deriva da lui…
Edizioni StarComics ha permesso il debutto italiano di Adou, una storia d’azione fantascientifica che ricorda classici del passato come Akira di Katsuhiro Ōtomo. Il protagonista è Eight, un bambino apparentemente indifeso che nasconde però un potere incredibile.
L’opera è firmata da Amano Jaku, un autore esordiente che nasconde la sua identità dietro il nome di uno Yokai, una creatura della mitologia giapponese. La storia si svolge in un Giappone futuristico e globalizzato sconvolto da alcuni disordini causate da manifestazioni e rivoltosi. In un giorno apparentemente come molti altri, una ragazza di nome Riko si incammina per recarsi sul luogo di lavoro, ma strada facendo si imbatte in un bambino che sta per essere investito da un camion.
Il bambino misterioso, una creatura esile e minuta, nasconde in realtà un’enorme potere che lo rende molto interessante: Eight è infatti una vera e propria arma creata da alcuni membri che stanno organizzando un complotto governativo segreto. Di seguito un trailer di presentazione dell’anime pubblicato su YouTube:
La storia di Eight
Continuiamo la recensione di Adou facendo luce sulla sua storia. Il piccolo Eight si trova con una ragazza, Riko, che decide di accompagnarlo alla stazione di polizia, dove scoprirà che la sua identità è avvolta nel mistero. Da quel momento ha inizio un’escalation di eventi tanto inspiegabili quanto drammatici, che porteranno Riko e il suo protetto a fuggire, minacciati da un vero e proprio esercito.
Da quel momento in poi le vite di Riko e Eight sono intrecciate e cambiate per sempre e inizia così la loro fuga drammatica.
Come anticipato, molti degli elementi sia narrativi che grafici di Adou non possono che richiamare alla mente le tematiche del mostro sacro della storia dei manga Akira e tutto il filone di avventure ai limiti dell’inspiegabile, ambientate in una linea temporale in cui il mondo ha seguito una spirale di decadenza sempre più contorta.
I nostri protagonisti iniziano così la loro storia in un mondo che gli dà la caccia ma Riko ha colto l’occasione per fare una buona azione, e contemporaneamente, cercherà di scoprire cosa si cela dietro il mistero del piccolo Eight.
Il primo volume di questo manga è visivamente estremamente sbalorditivo e ogni tavola è dotata di molti sfondi. I personaggi sono tutti molto diversi e a volte disegnati un po’ di fretta ma senza mai perdere il loro tratto. Lo stile di disegno è molto particolare e non può che colpire l’attenzione del lettore.
Durante la lettura, spesso si può arrivare ad avere la pelle d’oca perché le emozioni sono trasmesse molto bene.
I personaggi principali
Continuiamo la nostra recensione di Adou facendo una piccola presentazione dei personaggi. Bisogna essere franchi i personaggi di questo manga non sono solo interessanti, ma già tangibili e dotati di una certa profondità fin dai primi momenti sulla pagina. In termini di contenuto, viene affrontato l’uno o l’altro argomento e parte di esso è anche la loro vita quotidiana anche se Adou è ambientato nel futuro. L’argomento principale è la fuga di un ragazzo con una strana aura da un laboratorio di ricerca. Ci sono molte scene intense e non si risparmia niente al lettore anche a costo di presentargli scene molto truculente.
Il primo volume di questa opera non potrà che lasciarvi entusiasti di vedere come andrà avanti la storia. Come già accennato, l’opera firmata Amano Jaku si svolge in un Giappone futuristico e ormai globalizzato che è sconvolto da alcuni disordini causati da manifestazioni di rivoltosi ma non è il solito panorama futuristico c’è molto di più.
In un giorno apparentemente come molti altri, una ragazza di nome Riko si incammina per recarsi sul luogo di lavoro, ma strada facendo si imbatte in un bambino che sta per essere messo sotto da un camion. Quel giorno, la vita tranquilla di Riko viene stravolta. Il bambino misterioso, una minuta creatura che sembra una piccola creatura indifesa, nasconde in realtà un potere spaventoso che lo ha reso una preda ambita. Eight è infatti una mostruosa arma da guerra perseguitata da un complotto governativo segreto. Al fianco di Riko, comincia la sua fuga forse verso la libertà.
Terminiamo la recensione di Adou, consigliando a chi è curioso di conoscere i classici da cui attinge una lezione di vedere Ajin: Demi-Human, serie tratta dal seinen manga di Gaimon Sakurai. La serializzazione dell’opera cartacea, scritta e illustrata dal mangaka giapponese, è avvenuta nel 2012. Il manga ha vantato anche la realizzazione di una trilogia di film rilasciati a partire dal 2015, ma nel 2016 Netflix ha pubblicato la serie anime, composta finora di due stagioni.
L’anime è stato realizzato da Polygon Pictures interamente in computer grafica e ovviamente basata sul soggetto di Gaimon Sakurai. Ambientato in un Giappone moderno, Ajin: Demi-Human racconta un presente distopico e oscuro in cui l’umanità è stata contaminata dalla presenza degli Ajin, misteriosi demoni immortali che si impossessano dei corpi degli esseri umani rendendoli a loro volta invulnerabili: l’esistenza di queste creature si è palesata 17 anni prima gli eventi della storia, durante un’operazione di guerriglia in Africa.
Sono queste le premesse della prima stagione dell’anime, una storia raccontata dal protagonista Kei Nagai, un ragazzo liceale freddo e distaccato nei confronti del mondo, particolarmente interessato alla storia degli Ajin. Il ragazzo è totalmente affascinato dalla loro presenza anche se ha molto timore nei confronti di ciò di cui potrebbero essere capaci: il destino, ovviamente, gli gioca un brutto tiro nel momento in cui un giorno, dopo essere stato investito da un camion, riesce a sopravvivere all’incidente mortale palesando proprio la sua natura di Ajin.
Da qui inizierà la sua nuova vita che lo porterà a scappare da casa e allontanarsi da chi non accetterà mai la sua nuova condizione fortunatamente non rimarrà da solo ma verrà in suo soccorso Kaito, un suo vecchio amico d’infanzia.
Detto questo anche l’opera di Otomo è uno dei capisaldi del cyberpunk mondiale, Akira, è una storia che si ama o si odia ma che non può lasciare mai indifferenti. Edito per la prima volta nel 1982 Akira irrompe nel panorama mondiale con la forza narrativa di un linguaggio universale. Lo stile giapponese si fonde con la cupezza narrativa americana, la precisione delle ombre e dei fondali si armonizzano con i dialoghi surreali dei protagonisti.
Anche in questo caso ci troviamo in una società al collasso, le regole sono cadute e la violenza dilaga. Non servono eroi per salvare il mondo, non esistono come non esistono i grandi ideali, serve una persona e un motivo che la spinga a essere migliore. Kaneda e Tetsuo sono i due protagonisti della storia, due ragazzi che sono cresciuti seguendo gli insegnamenti del loro mondo ma che li hanno portati a scelte diverse. Adou riprende l’esempio di questi due grandi classici e li arricchisce nel suo nuovo stile.
Dal 20 ottobre, il primo volume di Adou arriva in fumetteria e sullo shop di Star Comics: https://www.starcomics.com/fumetto/adou-1
Concludiamo la recensione di Adou dicendo che è un manga con un potenziale enorme e che piacerà sicuramente agli amanti del genere ma anche a chi si vuole avventurare in questo tipo di storie per la prima volta.
- La grafica e la narrazione giocano bene insieme.
- La trama è interessante.
- C'è una aura di mistero e tensione molto gratificante.
- Soffre il confronto con classici del genere come Akira o anche Ajin.