Dall’inizio della pandemia molti negozi e ristoranti americani hanno un problema: non trovano più lavoratori. Il crollo dell’offerta del lavoro scarsamente specializzato ha portato molti proprietari a cercare disperatamente un’altra soluzione, alcuni di loro l’hanno trovata nei robot.

Avevamo 40 dipendenti una volta, quando abbiamo riaperto si sono presentati solo in quattro

ha raccontato al NY Times Carlos Gazitua, un ristoratore della Florida. Gazitua si è rivolto alla Bear Robotics, un’azienda che produce un robot cameriere chiamato ‘Servi‘. Servi può portare le ordinazioni ai tavoli grazie a diverse telecamere e sensori laser. Non è economico, ma costa meno di un normale dipendente: l’azienda chiede 999$ al mese, prezzo che include anche l’installazione nel ristorante ed eventuali manutenzioni.

La novità è piaciuta anche ai dipendenti del ristorante, che hanno più tempo per dedicarsi a mansioni diverse dal servire ai tavoli — e che ora si dividono mance molto più alte.

Sono diverse le aziende che hanno già un ricco catalogo di robot progettati per la ristorazione: Miso Robotics, Bear Robotics, Peanut Robotics, Knightscope, SoftBank Robotics e Makr Shakr sono solo alcuni dei nomi più gettonati. La domanda per i loro prodotti è salita alle stelle dalla fine dei lockdwon, quando i ristoranti hanno riaperto un po’ ovunque negli USA.

Esistono anche soluzioni molto più avanzate del robot Servi. Ad esempio, la Miso Robotics offre Flippy, un robot che – grazie ad IA, computer vision e braccia robotiche – aiuta in cucina, occupandosi della preparazione dei prodotti fritti, come patatine e alette di pollo. Costa 3.000 dollari al mese ed è in grado di identificare i diversi prodotti, monitorare la temperatura dell’olio e gestire in autonomia i tempi di cottura.

Esistono robot per ogni esigenza: il NY Times cita anche l’azienda italiana Makr Shakr, che produce un robot bartender in grado di preparare praticamente ogni cocktail. «Negli ultimi tre mesi gli ordini sono aumentati del 50%», spiega Carlo Ratti, fondatore della startup e professore del MIT.

Siamo diventati molto più abituati ad avere a che fare con i robot, questo è l’ennesimo lascito della pandemia. Ormai abbiamo tranquillamente accettato di fare pace con i loro aspetti inquietanti, perché effettivamente forniscono un aiuto prezioso

ha sintetizzato al NY Times Craig Le Clair, dirigente dell’azienda di consulenza Forrester.