Siamo sicuri che gli iPhone siano la scelta migliore per chi ama la propria privacy? Beh, il marketing di Apple suggerisce di sì, ma secondo uno studio si tratterebbe di un falso mito. Una ricerca condotta dall’Università di Oxford non ha trovato fondamentali differenze – in termini di dati raccolti dalle aziende – tra Android e iOS.

I ricercatori hanno monitorato il funzionamento di circa 12.000 app diverse su Android e iOS di Apple, arrivando alla conclusione che queste si comportano praticamente allo stesso modo a prescindere dalla piattaforma: raccolgono lo stesso tipo e la stessa quantità di dati, senza grosse differenze in termini di impatto sulla privacy.

Lo studio prende in riferimento una versione di IOS precedente alla 14.5, probabilmente i suoi risultati non sono attuali.

Prima di entrare nei dettagli va fatta una precisazione di fondamentale importanza: lo studio si basa sulla versione 14.2 di iOS. Apple ha introdotto l‘anti-tracking su iOS 14.5 e quindi i risultati della ricerca probabilmente sono già molto obsoleti. Ne consegue che andrebbero presi con estrema cautela.

I ricercatori hanno usato due smartphone per il loro studio sulla raccolta dei dati: un iPhone SE per Apple e un Google Nexus 5 per Android.

Praticamente tutte le app Android (l’89%) avevano almeno una tracking library, per iOS questo è vero nel 79% dei casi.

La tracking library trovata più frequentemente su iOS è SKADNetwork, di proprietà di Apple. Segue AdMob di Google (62%). Il 54% delle app comunica con la library Google Firebase, mentre solo il 26% delle app iOS fornire i dati alla library di Facebook.

Il 90% delle app Android, continua la ricerca, forniscono i dati dell’utente ad almeno uno dei tanti servizi di proprietà di Google, mentre solo il 60% delle app iOS fa altrettanto.

La stragrande maggioranza delle aziende che ricevono i dati sono americane. Il 9,5% delle app iOS e il 5% delle app Android contengono tracker cinesi.