I detenuti delle carceri americane presto potrebbero ricevere le visite in realtà virtuale. A proporlo è la Global Tel Link, la più importante azienda di telecomunicazioni a servizio delle carceri private americane. Oggi GTL fornisce già i servizi di chiamate a pagamento per i detenuti di decine di centinaia carceri diffuse sul territorio statunitense. Quasi un carcere privato su due usa i servizi della GTL.
La GTL ha presentato una serie di brevetti, tutti legati ad una nuova tecnologia che consentirebbe ai carcerati di ricevere visite e comunicare con l’esterno all’interno di un ambiente ‘controllato’ e in realtà virtuale. I carcerati saranno in grado di comunicare con l’esterno usando un avatar digitale.
GTL suggerisce questa soluzione anche per un altro motivo: la realtà virtuale – anche se per pochi minuti – potrebbe offrire ai carcerati l’illusione di trovarsi in libertà, fuori dalla loro cella, allievando il loro malessere. Probabilmente c’è del vero, ma vale la pena di ricordare che la Global Tel Link non è una onlus, ma un’azienda privata che addebita a caro prezzo i suoi servizi sia ai carcerati, sia ai contribuenti americani. Come riporta dettagliatamente Gizmodo, l’azienda è stata al centro di diverse controversie negli ultimi anni, soprattutto per la tendenza di aumentare frequentemente i costi delle telefonate dei detenuti, che in un mese possono arrivare a spendere anche diverse decine di dollari per parlare con la loro famiglia e gli avvocati.
Negli Stati Uniti diverse carceri hanno già iniziato ad utilizzare la realtà virtuale per scopi di rieducazione e terapia. In alcuni istituti del Colorado la VR viene usata per aiutare i detenuti che hanno scontato pene particolarmente lunghe a prendere dimestichezza con i cambiamenti avvenuti nel mondo e nella società durante la loro detenzione.