Kevin Can F*** Himself, la nuova serie che sarà lanciata su Prime Video il 27 agosto, intende decostruire un genere di sitcom che ha raggiunto l’apice con Kevin Can Wait della CBS, in cui la moglie del protagonista Kevin James (interpretata da Erinn Hayes) era così poco importante da essere “usata” come elemento comico. La produzione infatti si è letteralmente sbarazzata di lei, uccidendola.

Iniziamo la nostra recensione di Kevin Can F*** Himself partendo da qua: nella nuova serie Amazon la situazione si ribalta, la moglie è la protagonista: quando Kevin (Eric Petersen) esce di scena, Allison (Annie Murphy) è in grado di vedere chiaramente la sua vita, e riesce a sbollire la rabbia quando suo marito è assente.

N.B. quando si crea una situazione di disagio tra i due, poi lei sente come un fastidiosissimo fischio del treno pirandelliano ma persevera nel voler costruire il suo sogno della coppia perfetta.

Kevin Can F**k Himself è una serie televisiva americana dark comedy creata da Valerie Armstrong, che è anche produttrice esecutiva. Ambientato a Worcester, nel Massachusetts, la serie esplora la vita di Allison McRoberts (interpretata da Annie Murphy), una donna che lotta per ridefinire la propria vita in mezzo a un matrimonio infelice con il marito Kevin, un uomo-bambino insensibile e senza ambizioni. La serie presenta prospettive contrastanti della sua esperienza: come moglie di una sitcom stereotipata quando Allison è con suo marito Kevin, mostrata con una configurazione a più telecamere e risate preconfezionate, e come una donna che percorre un difficile percorso personale, filmata nella configurazione a telecamera singola più comune alle fiction televisive.

Come idea, questa serie prova ad avere una grande promessa intrinseca, rispondere definitivamente alla domanda: esiste la felicità nella vita di coppia una volta che si è sposati? Purtroppo, però, Kevin Can F*** Himself non riesce a rispondere alla domanda, trasformandosi in una delle grandi opportunità mancate della recente storia della TV. È una serie che ha sorprendentemente poco da dire se non sui particolari dalla storia in questione, un po’ troppo americano style per un pubblico mondiale, e, alla fine risulta non solo poco plausibile ma anche molto fastidiosa. Il suo decimo anniversario di matrimonio spinge Allison McRoberts a riconsiderare il proprio rapporto con il marito Kevin, un trentacinquenne infantile, egocentrico e incapace di assumersi le proprie responsabilità. Per dare una svolta alla propria vita, la giovane donna decide di uccidere il marito. Trailer YouTube in arrivo:

Il mondo di una coppia disfunzionale

Kevin Can Fuck Himself la recensione

Continuiamo la nostra recensione di Kevin Can F*** Himself spiegando perché diventa una serie fastidiosa da guardare.

Punto primo, Kevin non solo è antipatico, rozzo e lasciatemelo dire, un cesso, ma è anche il tipico uomo che deve sempre essere al centro dell’attenzione. Kevin vive la sua vita come una commedia in cui il suo stesso comportamento da idiota non fa che cementare il suo ruolo di protagonista: sì, è così semplice.

Ma ciò che rende il tutto un gran disagio e che sembra sempre di più una forzatura, è la visione delle cose di Allison ( e qui il secondo punto): la sua vita, quando emerge dall’ombra di Kevin, è definita non solo dal dolore o dalla rabbia, ma da un impulso verso un comportamento antisociale violento che sembra molto familiare. Ben presto, la vedrete tramare di usare gli strumenti del crimine, per i quali ha un’inaspettata attitudine, per far fuori suo marito: Allison, in altre parole, è un antieroe televisivo. Lei è il Walter White (molto meno figo) che vive nella casa di Tutti amano Raymond.

La serie quindi diventa una collisione di generi diversi che ha gli stessi cliché triti e ritriti e allerta spoiler: la vita di coppia praticamente non esiste. Allison è una persona così radicalmente diversa quando cambia umore che diventa difficile ricordare che la serie è intesa come un’alternativa alle sitcom familiari e non una storia criminale di genere, punto e basta. Kevin Can F*** Himself diventa la storia di una donna spinta all’omicidio e non riesce a uscire dallo stampo alla Breaking Bad. Allora perché trascinarci dentro la sitcom? Tra l’altro le risate finte da studio televisivo per le nuove generazioni sono praticamente l’anticristo, è proprio necessario usarle così tanto? Ci sono dei momenti in cui non riuscivo a sentire i miei pensieri.

Chi si loda si imbroda

Kevin Can Fuck Himself la recensione

A rendere ulteriormente difficile la recensione di Kevin Can F*** Himself è che la serie si attribuisce un grande merito per aver svolto un lavoro che è stato svolto altrove, per anni. Per citare un solo esempio di spicco, che tutti amiamo (se non lo amate affari vostri), dove vediamo un amante del divertimento che fa il padre e una moglie sempre con i capelli ritti sono proprio i Simpsons, che ha iniziato la sua corsa nel 1989 come, in parte, una versione sovversiva della classica sitcom. Un’altra serie che ha fatto lo stesso lavoro è One Day at a Time su Netflix, che ha fornito una nuova visione della sitcom.

Kevin Can F*** Himself  alla fine, suggerisce che l’unica risposta possibile contro la figura del padre della sitcom è farlo fuori. Poco originale come cosa.

La narrazione incerta della serie inoltre suggerisce che gli scrittori probabilmente non erano molto a loro agio nel modo in cui stavano facendo satira. Il panorama della sitcom infatti arriva a sembrare ampolloso e strano man mano che la serie va avanti, e non solo perché Allison ha sviluppato una finta indipendenza ma anche perché viene dato per scontato che si conoscono tutti gli elementi di una sitcom che vengono “satirizzati”.

Il fatto che ci sia poca sostanza o specificità nella relazione di Kevin e Allison può, per lo spettatore generoso, essere attribuito al fatto che la serie deride quanto siano generalmente superficiali queste relazioni. Però, il fatto che non vediamo mai un momento di ciò che ha funzionato nella loro relazione, suggerisce una sorta di fatale incuria sulle dinamiche relazionali.

Non si mostrano mai i retroscena del perché Allison sia finita a vivere con questo pidocchio, alla fine Kevin Can F*** Himself finisce per essere stato scritto in modo approssimativo come le sitcom che prova a prendere in giro. Non sono solo le sitcom che non sono disposte a esplorare cosa significa essere sposati.

Walter White in gonnella non funziona

Kevin Can Fuck Himself la recensione

E siamo alla fine della recensione di Kevin Can F*** Himself, buon per voi ma anche per me: Diventa difficile trovare qualcosa che realmente funzioni nella serie, visto che manca anche qualsiasi segno che sia consapevole che anche la sua parte non satirica gioca come satira. Per una serie che all’inizio si è dichiarata nemica delle sitcom familiari, cercare di diventare l’ennesima brutta copia di Breaking Bad, non è proprio il massimo delle aspirazioni. Soprattutto per chi la guarda.

La decisione di Allison di tuffarsi nella rappresaglia violenta – in quella che ci viene mostrata come una rottura completa di ciò che era stata fino a quel momento – è l’unica soluzione che viene presentata dalla serie.

Le promesse e le premesse che aveva fatto all’inizio non sono state mantenute, la serie manca di immaginazione, una dote fondamentale per rispondere alle ovvie domande che ha sollevato.

La cosa peggiore però, è che alla fine sembra sostenere che il suo “nemico”, la sitcom di Kevin James, è così rilevante da richiedere evidentemente un attacco svincolato dal personaggio o dalla situazione; Allison non trova soluzioni ma solo altri problemi.

Il risultato ultimo, tuttavia, è che questa serie finisce per avere poco da dire e non è nemmeno divertente. Il personaggio si perde mentre la trama sfreccia chissà dove. Capovolgere le carte in tavola ma mantenere la fondamentale mancanza di cura e precisione non è un progresso; non proprio. Non so se ci sarà una seconda stagione ma spero proprio che Amazon voglia investire meglio i suoi soldi.

 

Kevin Can F*** Himself sarà disponibile su Prime Video dal 27 agosto.

 

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Kevin Can F*** Himself
Recensione di Laura Della Corte

Concludo la mia recensione inclemente di Kevin Can F*** Himself dicendo che, se avete voglia di farvi del male alle orecchie e alla vista guardatela pure, magari vi servirà ad apprezzare quello che avete visto fino ad ora. In caso contrario evitatela come la peste.

ME GUSTA
  • Non ha molte puntate e l'agonia finisce presto
FAIL
  • La trama senza scopo
  • I personaggi antipatici e inguardabili
  • Senza capo né coda
  • Le risate fake