Con un curioso tempismo, dato quanto sta accadendo tra Scarlett Johansson e Disney, anche Gerald Butler, nel suo “piccolo” ha intentato causa ai produttori di un film di cui è stato protagonista, Attacco al potere – Olympus Has Fallen, primo di una serie di film d’azione in cui ha interpretato l’agente di sicurezza nazionale Mike Banning.

L’attore scozzese, tramite i suoi legali, ha intentato causa a Nu Image / Millennium Films, accusata di avere falsato bilanci e rendiconti relativi ai risultati al box office del film di cui è stato protagonista, nonché produttore. Il problema è simile, ma al contempo con notevoli differenze, rispetto a quello che ha coinvolto Black Widow.

Simile perché non si parla di mancati ricavi dall’ingaggio, ma dalle percentuali che gli spettavano in quanto produttore e in base anche agli accordi contrattuali, che prevedevano un bonus pari al 10% dei profitti totali, oltre a una percentuale del 6% degli incassi statunitensi superata la soglia dei 70 milioni di incasso domestico e del 12% su quelli esteri se il film avesse totalizzato più di 35 milioni. Cifre, naturalmente, ampiamente superate, visto che i dati davano 170 milioni di incasso, ma a quanto pare, secondo i legali e i revisori dei conti ingaggiati da Butler, le case di produzione avrebbero ritoccato i bilanci per spartirsi dividendi maggiori tra le alte sfere, rosicchiando il margine dell’attore.

Il caso differisce da quello della Johansson poiché Disney non ha nascosto il risultato degli incassi in sala, ma ne ha dirottato intenzionalmente una buona parte potenziale lanciando il film contemporaneamente anche su Disney+, da cui l’attrice non guadagna come negli accordi stretti precedentemente. Se il caso di Black Widow costituisce un precedente “nuovo” in materia, quello di Attacco al potere è invece un iter abbastanza comune e non sempre facilmente smascherabile: tanto che a distanza di anni solo ora Butler ne è venuto a capo, probabilmente lanciando il caso in questo momento per cavalcare l’ondata di clamore mediatico su questo tipo di problematiche, che come accennavamo ieri potrebbero scendere a valanga, con sempre più talent che decidono di uscire allo scoperto e denunciare le (vere o presunte) irregolarità finanziarie delle società, compagni e e major per cui hanno lavorato assicurando il successo dei loro brand e franchise cinematografici.

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