I cacciatori di cimeli hanno messo gli occhi su una nuova reliquia appartenuta a Steve Jobs, il leggendario fondatore di Apple venuto a mancare nel 2011. Si tratta di una domanda di lavoro, inviata ad un’azienda non precisata, che risalirebbe al 1973 quando era appena diciottenne.

Il reperto è stato messo all’asta in una duplice forma. Verrà battuta anche una copia digitale in formato NFT – e quindi con un token che ne certifica l’autenticità distribuito usando la blokchcain. Proprio questa duplice asta è guardata con divertito interesse dal pubblico: chissà se verrà valutata di più la copia originale o quella digitale, confermando le stranezze e i prezzi iper-pompati del mercato dei non-fungible token.

Non è la prima volta che questa lettera viene battuta all’asta, anzi. Ogni volta è stata venduta ad un prezzo più alto: nel 2017 a 18.750 dollari, nel 2018 a 174.757 dollari e lo scorso marzo a 222.400$.

La candidatura è stata scritta a mano dal giovane Steve Jobs. “Voglio evidenziare il gap contemporaneo tra il valore percepito degli oggetti fisici e quelli digitali”, ha spiegato l’attuale proprietario del cimelio. La copia digitale sarà venduta attraverso la piattaforma Rarible.

In passato abbiamo assistito ad aste – con prezzi folli – per reperti di Jobs ancora più insoliti di questa lettera. Una sua giacca in pelle è stata venduta ad oltre 22mila dollari nel 2016, mentre in passato sono stati venduti anche un rasoio e un accappatoio.