El Salvador è da ieri il primo Paese ad aver concesso al Bitcoin lo status di valuta legale, ora il Presidente Nayib Bukele annuncia esaltato l’intenzione di costruire delle fattorie di mining in prossimità della stazione geotermica locale, così da assicurarsi che il sistema blockchain alimentato localmente sia virtualmente a emissioni zero.

Con un tweet, il leader governativo ha annunciato di aver ordinato al presidente della LaGeoSV, l’azienda geotermica nazionale, di predisporre l’area perché vengano consolidate strutture capaci di generare criptovalute adoperando la sola possanza del vulcano di zona.

L’entusiasta posizione dell’uomo mira a rispondere a un problema che sempre più sta affliggendo le criptovalute mainstream, ovvero il dispendio tragicomico di energia che il sistema di autenticazione in chiave PoW impone all’intera rete blockchain. Energia che perlopiù viene generata a monte attraverso la combustione di carburanti fossili, ovviamente.

In effetti, l’abuso di elettricità non dovrebbe impattare sull’ambiente, se questa venisse prodotta solo ed esclusivamente in maniera “green”, etica e rinnovabile, ipotesi che è attualmente è ben lontana dall’essere realizzabile. Certo, gli impianti geotermici potrebbero rappresentare una soluzione circoscritta, tuttavia anche una risposta che è molto interessante.

Resta comunque il dubbio: Bukele ha intenzione di adoperare parte dell’elettricità attualmente prodotta per sostenere una cryptofarm o sta pensando di aumentare in maniera significativa la quantità di elettricità prodotta aggiornando gli impianti attualmente a disposizione?

Da quello che si evince dal fatto che sia stato scavato un nuovo pozzo di vapore, vien da credere il Governo stia effettivamente intensificando i suoi sforzi geotermici. Anche se così non fosse, il suo tweet si dimostra in ogni caso una strepitosa stunt commerciale, la quale non potrà che far bene a un Bitcoin che ultimamente se l’è passata male.

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