In Messico si è aperto un cratere dal diametro di 60 metri e dalla profondità di 20: è un “sinkhole”, una voragine che si forma a causa dell’erosione delle pietre da parte delle correnti sotterranee, correnti che gli attivisti sostengono siano state alterate dall’intervento umano.

Le correnti sotterrane hanno immediatamente colmato il fondo della gigantesca fossa, con la polizia che ha chiesto agli abitanti di mantenersi lontani dalla zona in questione e ha fatto evacuare in via preventiva una casa non troppo distante.

Il sinkhole si è manifestato sabato, nella cittadina di Juan C Bonilla dello stato di Pueblo, a sud-est di Città del Messico. Secondo le autorità ambientali, la voragine potrebbe essersi originata a causa di una faglia geologica in profondità, tuttavia le associazioni ambientaliste suggeriscono che il fenomeno sia piuttosto legato al sovrasfruttamento delle falde acquifere da parte delle industrie locali.

Nell’area un brutale sfruttamento dell’acqua sotterranea sta impoverendo le falde acquifere con il risultato che dove prima c’era l’acqua ora ci sono enormi spazi vuoti sopra le quali si aprono voragini,

denuncia Miguel López, attivista del Frente De Pueblos Morelos Puebla Tlaxcala.

Diversa la posizione di alcuni locali, i quali parlano alle televisioni di zona di un “jagüey“, di un ampio stagno, che un tempo copriva l’area colpita ora dal crollo. Uno specchio d’acqua fantasma che sarebbe scomparso senza motivo e che, in qualche modo, starebbe ora cercando di reclamare i suoi spazi.

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