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“Parlamentari sostituiti da intelligenze artificiali”, il sogno dei cittadini europei

Secondo uno studio del Center for the Governance of Change, la maggioranza degli europei sostituirebbe tranquillamente parte dei parlamentari con un algoritmo.

“Parlamentari sostituiti da intelligenze artificiali”, il sogno dei cittadini europei

Il Center for the Governance of Change ha sondato l’opinione di oltre 2.700 europei sui principali temi legati ad innovazione, politica e mercato del lavoro. Il report ha coinvolto i cittadini di 11 diverse nazioni, Italia inclusa.

C’è consenso sul futuro della democrazia, come si legge nel report e riporta Antonio Monaco su HDBlog. Gli europei vogliono l’e-voting, la possibilità di dire addio a schede e matite per poter votare comodamente dal proprio smartphone. Un’ipotesi che piace ben al 72% degli intervistati. In realtà, come ribadito strenuamente dagli esperti di sicurezza informatica, si tratta di una pessima idea, che metterebbe a repentaglio le caratteristiche fondamentali del voto (libertà, segretezza e unicità) rischiando di compromettere gli equilibri della democrazia e la fiducia riposta nel sistema elettorale. Ma evidentemente è un monito che è rimasto largamente inascoltato.

Dal report emerge anche un altro dato singolare: oltre un intervistato su due sostituirebbe tranquillamente parte dei parlamentari con un algoritmo, senza battere ciglio. Non si tratta di un plebiscito, ma è un risultato comunque sorprendente (si fa per dire): a dirsi favorevole è il 51% del campione intervistato, mentre il consenso è più alto trai giovani, con il 60% degli intervistati trai 25 e 34 anni che dà parere positivo.

Buona anche la fiducia nei confronti delle tecnologie di riconoscimento facciale, che raggiunge (al 42%) la maggioranza relativa. Anche su questo conosciamo più di qualcuno che avrebbe qualcosa da ridire.

Nonostante una così estesa fiducia nella tecnologia per rivoluzionare democrazia e sicurezza, gli intervistati si sono dimostrati scettici e hanno mostrato un atteggiamento di sfiducia nei confronti dei principali player del settore tech: il 42% chiede un maggiore interventismo del legislatore nella regolamentazione delle aziende tech, mentre il 57% dice che una fusione tra Facebook e WhatsApp dovrebbe venire bloccata e il 56% sostiene che i social network abbiano inasprito le divisioni politiche trai cittadini.

Ostilità diffusa anche contro l’avvento di IA e robot nel mondo del lavoro: il 53% degli intervistati chiede che il fenomeno venga limitato per preservare i posti di lavoro.

 

 

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