Inizio questa recensione della 1×03 di Star Wars: The Bad Batch dicendo che non mi sarei aspettato un episodio di questo tipo. A giudicare dalla settimana precedente mi sembrava che l’andazzo fosse quello di una serie con risvolti molto interessanti, ma tendenzialmente innocua; sono rimasto invece spiazzato da una terza puntata in primis molto densa e ricca, in secondo luogo capace di alzare il tiro rispetto al materiale trattato, mettendo in scena anche momenti di una certa crudeltà, per quanto in maniera edulcorata per quanto riguarda la scelta delle inquadrature.

L’episodio di questa settimana stacca anche dal già ottimo pilot e indirizza con forza la serie verso una direzione già chiaramente prevista – ovvero quella dell’accompagnare e del descrivere la transizione all’Impero galattico -, ma lo fa con una lucidità e un approccio esplicito nel narrato che si abbina ai toni molto, molto cupi di questo momento dell’immaginario, che abbiamo già imparato a conoscere nel concludersi di The Clone Wars e in Episodio III. Toni che in questo episodio come nel pilot ritroviamo molto nella fotografia e nell’ottimo accompagnamento sonoro.

Questo per quanto riguarda uno dei due fronti coperti della puntata, quello relativo a Crosshair e l’avviarsi del periodo di passaggio tra cloni e stormtrooper, laddove invece l’altro nucleo della puntata è molto meno impegnato e sorprendente, strutturandosi con un’ottica più verticale che prosegue i temi della settimana precedente.

Prima di continuare con questa recensione della 1×03 di Star Wars: The Bad Batch voglio sottolineare che proseguendo potreste trovare qualche anticipazione sull’episodio, quindi se non lo avete ancora visto e volete arrivare completamente vergini, proseguite a vostro rischio e pericolo. La puntata è da questa mattina su Disney+, rispettando la pubblicazione settimanale del venerdì.

The Bad Batch 1x03 recensione

Accennavo sopra al fatto come la puntata di oggi alzi la posta in gioco rispetto alla maturità nell’approccio al materiale di riferimento (il periodo successivo all’Ordine 66), arrivando addirittura a stupire per quanto esplicito sia il racconto in determinati momenti, smentendo con una certa durezza – come già fatto da Lucasfilm mille volte in passato – il legame tra serie animate e un pubblico di riferimento necessariamente di giovanissimi (l’unica serie che portava avanti questa scuola di pensiero era Resistance, e non è stata decisamente un successo).

Una determinata sequenza della puntata non termina a tarallucci e vino, come qualcuno – come il sottoscritto – avrebbe potuto aspettarsi, e lo sguardo trasparente e continuato con il quale si guarda alla spietatezza del sistema di repressione imperiale ricorda un po’ la scena di apertura di Episodio VII, con il massacro degli abitanti del villaggio da parte di Kylo Ren e delle forze del Primo Ordine. Come in quel caso   si evitano immagini esplicite, ma la sostanza rimane: vedere – per quanto indirettamente – un trooper con un lanciafiamme bruciare vivi dei civili innocenti in Star Wars ha il suo impatto, e la dimensione microscopica delle vicende rende anche più tangibile e brutale quella violenza repressiva rispetto a quando in passato abbiamo visto esplodere pianeti.

Continuando su questo fronte, il nucleo dell’episodio relativo a Crosshair e la squadra d’élite da lui guidata di soldati arruolati (e quindi non cloni) detta un fil rouge narrativo molto solido e potenzialmente davvero fertile, sia per questo premere con una certa intensità l’acceleratore su una maturità più definita e lucida, verso fatti magari crudeli, sia per la capacità di fare da ponte con una delle questioni centrali della serie, ovvero la successione di eventi legati al definitivo tramonto dei cloni.

The bad batch recensione 1x03

Il tramonto dei cloni sembra essere con pochi dubbi il collante orizzontale degli eventi della serie, innestandosi per forza di cose anche nel mistero relativo ad Omega, che qui viene accennato da una discussione preoccupata tra Lama Su e Nama Se (primo ministro e capo ricercatrice di Kamino). Tarkin e il suo sottoposto Rampart (probabilmente destinato ad essere uno dei maggiori villain della stagione) stanno mettendo progressivamente in capo le loro visioni sull’assetto militare dell’impero, e i cloni per il Grand Moff sono semplicemente un vessillo costoso del passato, rispettando una visione insofferente rispetto al costo delle operazioni su Kamino e fiduciosa anche nella spinta mossa nei soldati da una vera lealtà – per quanto di opportunità – al nuovo sistema.

Good soldiers follow orders.

Quello della lealtà al sistema è un concetto che tra l’altro viene affrontato molto brevemente nella puntata, ma che si scontra poi con l’umanità propria anche del più spietato dei soldati, destinata ad essere infine calpestata nel superamento di ogni limite dettato da una normale coscienza. Da qui anche la scelta di creare squadre ibride, con cloni (in questo caso Crosshair) e militari arruolati, proiettando un utilizzo complementare dei migliori soldati di Kamino – programmati a causa del chip inibitore – volto anche a guidare quella che è l’esecuzione scientifica e senza rimorsi e ripensamenti di qualsiasi tipo di ordine.

Star Wars The bad batch Hunter e Omega 1x03

Visto il rapido evolversi della situazione il destino dei kaminoani è appeso ad un filo, e occhio e croce, a giudicare dalla scomparsa nel canone più inoltrato e dal passaggio totale agli stormtropper, la mia personale previsione è che si arrivi ad una escalation che sarà il climax della stagione e che detterà lo sterminio della popolazione del pianeta. Da appassionato quale sono rimango estremamente curioso di capire come questo vuoto nella narrazione di Star Wars verrà finalmente colmato, e ho buone speranze sulla consistenza del tutto vista l’ottima qualità del pilot e di questo terzo episodio a riguardo.

L’altra metà dell’episodio è invece molto più innocua e per questo meno accattivante. Un po’ come per il secondo episodio della seconda stagione di The Mandalorian (per fare un esempio), troviamo la nostra Bad Batch affrontare la fauna locale del solito pianeta deviazione, nel tentativo di riparare la propria nave, danneggiata dopo il decollo da Saleucami.

Niente di nuovo sotto il sole quindi, ma rimane deliziosa e spesso simpatica la crescita del rapporto tra Omega e la squadra, con la costruzione di un’intesa che rimanda ad una accettazione definitiva e ad una maggiore fiducia reciproca. Non sembra poi concluso il capitolo relativo al chip di controllo della Bad Batch, e l’episodio getta qualche indizio e mette le basi per sviluppi che poi verranno di sicuro ripresi da qui alle prossime settimane, se non proprio nel prossimo episodio.

80
Star Wars: The Bad Batch 1x03
Recensione di Simone Di Gregorio

Il terzo episodio di Star Wars: The Bad Batch si piazza come il più interessante finora, inquadrando con una certa lucidità e un tono più esplicito la transizione verso l’impero e relativo sistema repressivo. Un racconto insomma che continua quanto tracciato nelle prime due puntate e che si dimostra capace di sporcarsi le mani. Peccato per le vicende secondarie e totalmente innocue che invece coinvolgono in parallelo la Bad Batch, che un po’ ridimensionano la puntata.

ME GUSTA
  • Un episodio inaspettatamente lucido e esplicito nell'inquadrare la crudeltà del sistema di repressione imperiale
  • Le vicende relative al tramonto dei cloni sembrano dare la giusta orizzontalità al racconto
  • Le dinamiche tra Omega e la Bad Batch sono sempre deliziose
FAIL
  • La parte della puntata relativa alla Bad Batch è abbastanza innocua e fine a sé stessa, specie rispetto a quella relativa a Crosshair e Kamino