Elon Musk si prepara a presentare il Saturday Night Live (SNL), una mossa che sta sollevando non poche controversie, ma di cui è facile comprendere il senso, soprattutto se si tiene in considerazione che gli ascolti dello spettacolo sono attualmente molto bassi e che il bizzarro miliardario sia sempre più inquadrato come uno stralunato riccone privo di contatto con la realtà.
Un interessantissimo articolo del The Washington Post – guarda caso, il quotidiano in mano a Jeff Bezos, imprenditore noto per essere ai ferri corti con Musk – cerca di spiegare cosa abbia portato il programma comico a compiere un passo tanto sconsiderato e, a opinione di alcuni, potenzialmente goffo.
SNL è d’altronde un programma che occhieggia non poco alla “sinistra” statunitense, mentre Musk si assesta sul lato diametralmente opposto dello spettro politico, dettaglio che non ha mancato di sollevare le frustrazioni di alcuni comici storici dello show.
Oltre a essere il perfetto esponente della classe dirigenziale dell’“un per cento”, l’imprenditore si è infatti fatto notare per i suoi commenti sui vaccini, per le sue violazioni delle quarantene, per il suo potenziale monopolio dello spazio e per aver forse manipolato il mercato di criptovalute in modo da trarne profitto.
SNL starebbe tuttavia cercando di ricavare il possibile dal popolare sudafricano: la controversia attira sempre attenzione e non c’è nulla più controverso di Musk. In più, il miliardario è un influencer a tempo pieno ed è facile che il suo pubblico finisca con il sintonizzarsi per la prima volta al programma proprio per seguire il proprio eroe.
Gli autori si augurano che dopo questo primo assaggio, il popolo internettiano apprezzi anche il resto della serata e decida di fidelizzarsi. Una possibilità tutt’altro che assicurata e che, anzi, potrebbe causare qualche danno.
A uscirne quasi certamente vittorioso sarà Elon Musk, il quale vuole fondamentalmente umanizzarsi agli occhi del pubblico, cosa che gli sarà possibile offrendo ai telespettatori una serata divertente, ma anche dimostrandosi un totale flop. Alla fine, errare è umano.
Una medesima strategia era stata fatalmente adoperata nel 2015 anche da un altro celebre imprenditore, Donald Trump, il quale aveva letteralmente dichiarato “le persone pensano io sia controverso, ma in verità sono un bravo ragazzo“.
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