Il rapporto tra Tesla e la Cina è molto complesso: la ditta automobilistica vuole caldamente tenersi buono il mercato del gigante asiatico, tuttavia le tensioni politiche internazionali e l’atteggiamento un po’ leggero dell’azienda stanno indispettendo il Governo, il quale chiede una maggiore serietà. Per questo motivo, il noto brand californiano avrebbe dunque intavolato una stretta collaborazione con le autorità locali, nella speranza di appianare ogni problema.
Di problemi e incomprensioni ve ne sono in effetti parecchi. La Cina accusa Tesla di essere un’insidia per la sicurezza del governo e ipotizza che le telecamere di sicurezza piazzate sui veicoli possano essere adoperate per motivi di spionaggio – cosa che il CEO Elon Musk ovviamente nega -, ma le tensioni si estendono oltre e raggiungono le relazioni coi consumatori.
Diversi clienti hanno infatti vocalmente lamentato che le autovetture immesse sul mercato cinese abbiano la tendenza ad accelerare o inchiodare senza preavviso, incendiarsi o subire bug ai propri software, causando danni a persone e oggetti. Anche in questi casi, la ditta si scrolla di dosso le accuse, arrivando a dimostrare la propria innocenza anche attraverso le scartoffie delle stesse autorità cinesi.
Un atteggiamento forse corretto, ma che piace molto poco alla Cina, la quale inizia a trovare irritante il fatto che Tesla abbia sempre la risposta pronta. Rendendosi conto di essere sul ciglio del baratro, due settimane fa l’azienda si era lanciata in profonde scuse ufficiali e pubbliche, mettendosi a disposizione dell’establishment.
Secondo a dei contatti di Reuters, tale disponibilità sarebbe infine stata accolta e i rappresentanti di Tesla sarebbero stati coinvolti in incontri a porte chiuse con i governatori locali, con lo scopo di discutere gli standard e le policy delle aziende, locali ed estere.
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